LE FESTE DEI POVERI – Luca Ruocco
Un’anziana vestita perennemente di nero in segno di un lutto eterno, la luce del sole che si spegne per lasciare spazio alle illuminazioni artificiali che irradiano intorno ai santi, cera che scivola lentamente lungo stanche candele, una processione come simbolo di una cultura ormai in decadenza.
LE FESTE DEI POVERI rappresenta un viaggio fuori dal tempo tra credi e credenze insiti nel profondo sud, in quei territori della Calabria così ricchi di tradizioni. Un folclore inesorabilmente legato alla religiosità che solo chi è vissuto in queste lande può comprendere nella sua totalità. Cadenze dialettali accompagnano il cortometraggio diretto da Luca Ruocco, aiutato da Ivan Talarico, osservatori discreti nascosti ai margini di una processione che si perde nel tempo.
“Il malocchio è considerato una malattia, come tale può essere curato con procedure specifiche” e allora perché non abbandonarsi nelle mani di una fattucchiera capace di creare un legame tra il mondo terreno e quello ultraterreno? Il contatto tra queste presenze evanescenti e la vittima della “fascinazione” può essere mediato da queste streghe, vera e propria figura catartica in un folk stremato dalla superstizione (non dimentichiamo l’affollarsi de vari “monacheddi”, “folletti” o di altre presenze extrasensibili).
L’alternarsi di immagini a colori e in bianco e nero, oltre a coprire problemi di fotografia dovuti al budget, rendono affascinante questa escursione in realtà che tutt’oggi pulsano attraverso gli occhi scavati di una novantenne che ha conservato i propri denti persi in un fazzoletto, per evitare di assumere nell’altro mondo una fisionomia della bocca simile a quella del becco di una gallina. Immergetevi in questo micro-mondo, e scoprite quanto è denso di credi l’immaginario popolare italiano.
VOTO: 7.5/10
Regia: Luca Ruocco