LAST DAYS ON MARS – Ruairi Robinson
Marte. Un pianeta così misterioso da attirare gli scienziati dalla Terra, desiderosi di trovare quell’elemento anche minimo in grado di dare una svolta alle ipotesi sulla nascita dell’universo e sulla genesi della prima forma di vita. Un ensemble di scienziati tenta di trovare qualcosa e, proprio nel momento in cui devono dare il cambio alla prossima spedizione con risultati infruttuosi, sembra trovare un batterio dalle origini misteriose e … dall’impatto devastante sul corpo umano.
Un esploratore cade in una voragine e, al momento di emergere salvato dagli altri compagni, trascina dentro di sé un male che molto rapidamente si evolve e ne muta i connotati, lasciandone emergere i caratteri più animaleschi e feroci. Una sorta di trasformazione in zombie che, come un cancro, ne divora l’organismo e ne devia gli impulsi, facendo attaccare altri esseri umani.
Con Last days on Mars siamo dalle parti del fanta-horror, genere così raro e (forse anche per questo) così interessante nelle sue apparizioni cinematografiche. Guizzi horror che diventano elementi di arricchimento per le atmosfere sci-fi, desolanti nel loro fotografare un pianeta brullo, dal colore dell’alba, colmo di piccoli avvallamenti che ne denotano una straniante monotonia. Lo sguardo della telecamera di Ruairi Robinson indugia sui particolari, servendosi di un tappeto sonoro di archi mai invadente ma evocativo, trascinando con sé un senso di deja-vu legato ai classici film di fantascienza degli anni cinquanta. Tuttavia siamo ben distanti dalle atmosfere asettiche e indie di Moon.
Last days on Mars, al contempo, subisce il suo profondo essere derivativo ma gode di una patina indipendente (nonostante cast e crew non di primo pelo). Per cui, anche se il soggetto non è per nulla originale e l’evoluzione del plot è chiara sin dal primo twist, l’intelaiatura e la “rarità” da fanta-horror, appunto, ne decretano un minimo interesse e coinvolgimento che non lasciano cadere il film di Robinson nel dimenticatoio. Certo, il sapore futuristicamente sanguinolento di Fantasmi da Marte o Punto di non ritorno non rimane in bocca, sancendone il destino di straight to video.