LACRIMA DI LUNA – Riccardo Papa
Dall’oscurità emerge una figura bislacca che infierisce verbalmente su una donna: Luna. Lei più che spaventata è irritata, trasognante come se non fosse sicura di essersi ancora risvegliata. Di fronte ad uno specchio le loro immagini si fondono, mentre la figura maschile disegna una lacrima rosso sangue che si materializza sullo zigomo di lei.
Onirico cortometraggio che esplora, in dieci minuti circa di durata, le manipolazioni della psiche di un soggetto (Luna) compiute da ella stessa: l’atto di non mortificarsi di un omicidio si snoda in maniera imprevista come rifiuto di vedere una lacrima (pentimento) che le scorre sul viso. Vari elementi, come l’oscurità o la bislacca controparte maschile, dovrebbero incutere timore o relegare la donna in un limbo dove solo la follia può essere risolutiva per uscire dal tunnel del rimorso, tuttavia Luna non vuole essere scalfita da un’azione di cui comprende benissimo l’entità. Secondo le convenzioni sociali lei è già folle, o almeno è capace di uccidere a sangue freddo, perciò il percorso catartico è rifiutato e si riaccartoccia su se stesso con le esplicative parole conclusive della donna: “Adesso devo occuparmi di te (riferendosi al cadavere, nda)”.
Curata la regia di Riccardo Papa che preferisce mantenere uno stile pulito che si adegui alla forma presentata, medesimo discorso per il montaggio. Giglia Marra e Antonio Calamonici sono i cardini attorno ai quali ruota l’intera finzione scenica, veramente capaci e credibili: Giglia nella sua freddezza, Antonio nella istrionicità. Davvero due ottimi attori. Di buon effetto anche le musiche curate da Luigi Porto e gli Appleyardcollege.
VOTO: 7/10
Regia: Riccardo Papa
Cast: Antonio Calamonici, Giglia Marra
Produzione: Partenopulp
Italia, 2007