LA TERRA CONTRO I DISCHI VOLANTI – Fred Sears
La pellicola di Fred Sears rappresenta, a suo modo, un vero e proprio simbolo dell’immaginario fantascientifico post seconda guerra mondiale, incentrato nella generazione del terrore da minaccia esterna al mondo (americano) dove veniva sublimata la paura della Russia e del comunismo.
Semplice nella confezione e alquanto banalotto nello sviluppo della storia, La terra contro i dischi volanti in realtà nasconde profonde contraddizioni riguardo la politica americana del dopoguerra. Gli alieni, infatti, che compaiono sin dai titoli di testa in mirabili avvistamenti aerei, giungono sulla terra con una richiesta d’aiuto e trovano invece una risposta offensiva. Non a caso il primo colpo, quello che darà il via ad una vera e propria guerra tra mondi, partirà proprio dai terrestri. Emblematiche a tal punto le scene di distruzione finale quando i disconi vanno a schiantarsi contro le imponenti costruzioni di Washington D.c. Insomma il film instilla il tarlo del dubbio su chi siano i buoni e chi i cattivi, ma è proprio un ombra leggera perché, trascorsa la prima mezz’ora, le parti si chiariscono e vediamo i marziani (che sembrano uscire dalla pubblicità dell’omino Michelin) rapire scienziati e generali, disintegrando tutto ciò che capita a tiro. Almeno fino alla soluzione finale.
Il regista Fred F. Sears morì l’anno successivo, dopo una lunga esperienza cinematografica che proprio in quegli anni vedeva il suo massimo splendore. Egli ha diretto per lo più western e ciò appare chiaro negativamente nel vedere una mano poco allenata nel campo sci-fi, positivamente invece durante gli scontri finali, decisamente spettacolari anche grazie alle creazioni a passo uno del bravo Ray Harryhausen. Fortunatamente a coadiuvare il tutto c’è quella vecchia lenza di Curt Siodmak in qualità di sceneggiatore, mentre le scenografie sono per lo più spoglie ed essenziali, come anche il design delle astronavi, ispirate a documentati avvistamenti.
Tim Burton ha omaggiato La terra contro i dischi volanti con Mars Attacks! iniettando una giusta dose di ironia, a differenza degli anni ’50, durante i quali la fantascienza veniva presa come manifesto di un preciso scenario politico e anche se, nel tempo, il genere ha perso i suoi significati reazionari , film come questo non cessano di essere parte integrante di un’identità storica di grande importanza.