LA SECONDA NATURA – Marcello Sannino
“Mi chiedevo se un giorno sarebbe nata un’istituzione che fosse in grado di risvegliare a nuova vita la nostra tradizione culturale ormai irrigidita dalle regole di una società burocraticamente organizzata e finalizzata all’ideale del profitto economico. Era mai possibile una tale istituzione?” . Parole di Gerardo Marotta, presidente dell’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, sorto nel 1975 a Roma, nella sede dell’Accademia dei Lincei, per volere di Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani e Giovanni Pugliese Carratelli.
Nomi importanti per la filosofia italiana, nomi che in qualche modo hanno cambiato il modo di rapportarsi alla didattica, alla filosofia, alla formazione in generale. Sannino qui concentra la sua attenzione sulla figura di Gerardo Marotta; appassionato avvocato in un’epoca pesante per l’Italia, in particolar modo nel Meridione in generale e a Napoli in particolare, contattato e (letteralmente) spinto al cambiamento per fondare questo Istituto che presto diviene centro focale per gli studiosi e i filosofi in Europa. Un’intervista, una raccolta di filmati storici, di opinioni, l’intreccio di passato e presente, hanno dato vita a un documentario che ci mostra una vibrante realtà, rabbiosa, disgustata, fiera e forte.
Gerardo Marotta racconta delle difficoltà del “suo” istituto di dare dignità e valore alla filosofia, di mettere da parte la volontà della classe politica ed espandere gli studi filosofici, di formare gli studenti; studenti che mirano a formarsi una mente, una certa capacità di giudizio e di scelta. Obiettivo dell’Istituto non è promettere una rapida carriera lavorativa agli studenti, ma rinforzare l’individuo nella società, allontanarli dall’ignoranza dilagante che prepotente come una regina entra sempre più spesso nella vita di tutti, condizionandone negativamente ogni aspetto.
Vero e proprio paladino della cultura, ritiene che solo essa possa renderci liberi di essere noi stessi, solo la cultura può renderci forti e capaci di lottare per le nostre idee e portare avanti il nostro senso di giustizia, per salvare il nostro paese. Marotta comprensibilmente inveisce contro uno stato, o meglio, una politica che vede colpevole del disfacimento di Napoli e del Sud in generale, uno stato non solo assente ma spesso in pesante contrasto con la diffusione filosofica e spesso inutile, quando non ingombrante, nel valorizzare il paese. Un urlo finale, uno sfogo, un’esortazione, un rimprovero rivolto ai suoi studenti, e a tutti noi, a studiare, perché la sicurezza che deriva dallo studio è l’unica forza reale che può aiutarci a combattere.
La Seconda Natura è un documentario bellissimo, che presenta quest’uomo carismatico e forte, le cui parole divengono denuncia, per esempio quando l’Europa toglie lo studio della filosofia come materia obbligatoria dai licei, seguita a ruota dall’Italia, ma solo grazie all’intervento dell’avvocato e dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici questa continua ad essere presente nei piano di studi italiani. Perché prima che essere buoni lavoratori, dobbiamo avere consapevolezza del chi siamo e del come vogliamo essere. Marotta ha sacrificato la sua vita, la sua famiglia i suoi 300.000 libri per l’Istituto e sebbene sia stato insignito di onorificenze e riconoscimenti importanti, sebbene a livello Europeo sia riconosciuto come emerito esponente della comunità letteraria, ha spesso incontrato un muro in quelle dannate istituzioni, sempre più affamate di potere e sempre più becere, che ignorano le sue urla.
Raffaele Sannino, in punta di piedi, ha raccolto le parole frementi di Marotta che per nulla interessato all’autoesaltazione apre le porte di un mondo pullulante che per il mondo esterno spesso non esiste. Il regista sa legare gli eventi, gli avvenimenti e i racconti di Marotta senza togliere nulla all’uniformità del documentario; ne coglie rabbia e passione negli occhi di un mecenate incapace di rassegnarsi a una realtà che oscura tutto, e che costringe 300.000 libri a restare immobili e rinchiusi nelle scatole. Ma quelle pagine urlano, eccome …