LA RICERCA DELLA FELICITA’ – Gabriele Muccino
1981, San Francisco. Chris Gardner è un umile padre che cerca di mantenere la famiglia vendendo scanner per rilevare la densità ossea, acquistati con gli ultimi risparmi. Chris cerca di vendere il prodotto porta a porta, ma le vendite non vanno troppo bene. La situazione economica della famiglia composta da Chris, dalla moglie Linda e dal figlio di cinque anni Christopher non è delle migliori e tutto grava sulle spalle della moglie, ormai stanca.
Un giorno, mentre Chris cammina per la città, nota un broker alla guida di una Ferrari e gli chiede cosa ha fatto per raggiungere quella posizione e riceve come risposta la nuova strada che cercherà di perseguire: consulente finanziario per la Dean Witter. La moglie, esasperata dai sogni irrealizzabili del marito e stanca delle privazioni, abbandona marito e figlio per una nuova vita.
Nel frattempo Chris riesce ad ottenere un posto come stagista alla Dean Witter, ma si scontra con una notevole sfida per pochi eletti: per 6 mesi non avrà diritto a nessuna retribuzione e solo uno tra i 20 stagisti verrà assunto. Precisamente chi riuscirà a chiudere più contratti possibili tra quelli segnalati in una lista clienti. Ormai privato dello stipendio e senza alcun risparmio, Chris arranca (giacendo in dormitori, recandosi alle mense pubbliche e così via) senza perdersi d’animo, sforzandosi di essere sempre presente per il piccolo Christopher, inventando favole per imbellettare la dura realtà.
Il regista Gabriele Muccino affronta lo scottante tema del sogno americano, visto tramite gli occhi di una famiglia di colore, sotto lo sguardo inquietante di una metropoli, San Francisco, dove nuotano squali pronti ad azzannarti alla gola senza pietà. Manipolare la realtà agli occhi innocenti di un bambino, prostrarsi alla fatica ed aver la capacità di non cadere mai con l’intero corpo sono tematiche affrontate dal regista italiano in trasferta, argomenti scontati sì, ma sempre di bruciante attualità.
Chris Gardner è interpretato da Will Smith, attore più noto per lungometraggi d’azione (Io, Robot, Man in Black per citarne due) che per commedie, tuttavia a suo agio in questi panni, capace di trasmettere la tipica ansia dei film di Muccino (come fatto per L’ultimo bacio), mostrando un personaggio, un uomo, con grosse responsabilità a cui non poter (e dover) fuggire, arrabbiato e sempre di corsa per le strade di San Francisco, lungo le quali sfreccia con il figlio Christopher, interpretato dal vero figlio di Smith, Jaden Christopher Syre Smith. La colonna sonora è composta dal sempre bravo Andrea Guerra, in grado di donare il giusto pizzico di drammaticità o ironia nei momenti giusti. Il risultato è una favola intelligente, in cui prevalgono i sentimenti in una forma più consona al cinema americano, scevra di tematiche (tradimenti, crisi adolescenziali o atroci separazioni) solitamente note al cinema italiano.