LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI -Tom Savini
Barbara e Johnny stanno andando a trovare la defunta madre al cimitero in uno sperduto paesino americano. Una volta arrivati, vengono assaliti da un uomo uscito da una bara, mentre un altro a cui è stata praticata un’autopsia si avvicina con fare sconnesso. Barbara è l’unica che riesce a fuggire riparandosi all’interno di una casa di campagna dove presto viene raggiunta da Ben, un altro fuggitivo.
La casa diviene ultima barricata dove ripararsi contro l’assalto degli zombie, mentre fuori la notte si avvicina, portando con sè un carico di terrore. Barbara, Ben, Tom, Cooper e la famiglia si ritrovano casualmente nella casa, pronti a condividere un destino che non avrà pietà.
Girare un remake di un film così importante come La notte dei morti viventi di George Romero è un esercizio che non può che suscitare a priori più di un dubbio, “etico” come di output, un azzardo che suggerisce fustigazioni pubbliche. Per fortuna, terminata la visione, la predisposizione al peggio viene (nella maggior parte) meno, grazie alla presenza di un Tom Savini che compie la scelta giusta: omaggiare. Ecco quindi comparire degli zombi realizzati con gran dovizia di particolari dal regista/effettista, in un connubio di tensione e gore, dove quest’ultimo aspetto non ha l’impatto che ci si sarebbe aspettato, prediligendo il clima di paura.
La notte dei morti viventi di Savini, quindi, si muove lungo coordinate già tracciate, giocando su paradigmi noti, e sfruttando il nome di Romero come ariete per portare alle soglie del ventunesimo secolo l’impatto narrativo del crepuscolare capostipite, lavoro quanto mai superiore a questo, nella forma e nella natura. Guardabile con spirito rievocativo ma privo della forza necessaria.