JUNK – Atsushi Muroga
Una rapina che vede gli esecutori del piano riuscire nell’intento, una precipitosa fuga per scambiare la refurtiva in un’arrugginita fabbrica abbandonata da anni, un laboratorio dove i soliti esperimenti militari votati alla resurrezione dei morti sono anch’essi positivi, uno scontro all’ultimo morso tra vivi e morti.
Atsushi Muroga dirige un remake di un suo precedente lavoro, Score, sostituendo gli sgherri mafiosi con zombie affamati di carne umana, mantenendo il medesimo ritmo da pulp-action e tributando ai soliti grandi noti. Ecco quindi infinite strizzate d’occhio ai classici del genere come Zombie di George Romero, puntate da humor nero a Reanimator di Stuart Gordon ed esagerazioni pulp, appunto, figlie di un certo modo di fare cinema scritto da Quentin Tarantino con Le iene.
Il film di Muroga diverte anche grazie alle sue limitazioni di budget, rendendo passabile una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, giustificabile solo tenendo conto dell’insito tenore dell’operazione. Avesse avuto pure un budget alle spalle sarebbe stato tutt’altro discorso. Questo se da un lato è un pro per chi si nutre (è il caso di dirlo) del sotto-genere indie, dall’altro diventa un muro invalicabile per chi è indigesto alla materia e vuole solo esempi maggiormente seriosi, nell’estetica quanto nell’etica zombesca.