IL TRONO DI SPADE – Season 4
Re Joffrey e Margaery Tyrell sono pronti alla cerimonia di matrimonio, danze e feste si susseguono per il giovane (rapace) re, mentre chi è stato messo in disparte o osteggia Joffrey si trova a tramare nell’ombra. Il giorno stesso del matrimonio, Tyrion Lannister e Sansa Stark si trovano invischiati in un complotto che ne poggerà le teste su un piatto d’argento … a meno di riuscire ad afferrarle per staccarle via. Per l’evento arriva ad Approdo del Re anche il principe Oberyn Martell, deciso a vendicarsi con la Montagna, reo di averle massacrato la sorella.
Mentre Stannis resta in disparte, tentando di studiare qualche mossa vincente, i Guardiani della Notte sono pronti per l’assalto dei Bruti alla barriera, capitanati da Mance Rayder, pericolosamente in grado di raccogliere diverse tribù (tra cui dei giganti con un mammuth) e coalizzarle contro la Barriera. Arya Stark e il Mastino proseguono il viaggio (formativo?) della piccola Stark, attraverso terre brulle e scontri in locande, in attesa di raggiungere Lady Lysa Arryn della Valle, zia della piccola, per chiederne un riscatto. Lontano da questi luoghi, oltrepassando il mare con il vento Daenerys Targaryen ferma la sua avanzata per raccogliere quanto seminato sotto un’effige trascinata in alto dalla schiera degli Immacolati.
Dieci episodi per questa stagione che inizia come se la battaglia dei Sette Regni fosse terminata con i Lannister unici rimasti in piedi, pronti a festeggiare il matrimonio del (sempre più antipatico) Re Joffrey (Jack Gleeson), ma che già dal primo episodio “Le due spade” termina con un’ombra immensa che cala su Approdo del Re. Stagione, quindi, quasi completamente avvolta intorno al clangore di fondo che inizia a crescere, divenendo via via suono assordante (con l’arrivo dei Giganti alla barriera) nelle orecchie di Tywin Lannister (Charles Dance). Continua, nel mentre, ad ampliarsi il timore proveniente da oltremare, proporzionalmente al crescere dei draghi di Daenerys (Emilia Clarke), ma in questa stagione la Regina sarà sottotono rispetto alle precedenti.
A differenza della terza stagione de Il trono di spade, non vi è un episodio 9 (“Le piogge di Castamere”) deflagrante e dagli infausti (o fausti, punti di vista) esiti sulle spalle delle varie casate, riuscendo a stupire quasi con eguale emozione con l’ottava “La vipera e la montagna” ma perdendo notevolmente terreno con una nona “Il coraggio di pochi”, oltretutto diretta da Neil Marshall, poco incisiva e stancante; prima di un finale che dipana ancora una volta la matassa … con sorprese che grandineranno nella prossima stagione.