IL GOLEM, COME VENNE AL MONDO – Paul Wagner
A metà del sedicesimo secolo, gli ebrei sono presi di mira dall’imperatore, decisamente avvezzo alla sottomissione del popolo attraverso l’adempimento di veri e propri soprusi. L’unica forma di resistenza per la comunità è riposta nelle mani del rabbino Jehuda Löw, in grado di dar vita ad una creatura da ergere in loro difesa.
Creta e un libro la cui origine si perde in una buia antichità, costituiscono la creatura, il Golem. La tranquillità per gli ebrei sembra essere arrivata, almeno finché non si comprende l’impossibilità di controllo dell’essere.
Terza pellicola girata sul tema da Paul Wagner, dopo Der Golem, und wie er auf die Welt kam (1915) e Der Golem und die Tänzerin (1917), e unica sopravvissuta. Basato sul racconto di Gustav Meyrink intitolato, appunto Il Golem, il film di Wagner esplora il tema dell’imitazione della creazione di Dio per mano dell’uomo stesso, una sorta di editto contro la spropositata ricerca di superare i propri limiti. L’uomo che non accetta la sua posizione, le proprie forze e, se vogliamo, il proprio ruolo nel mondo, non può che fallire nel tentativo di districarsi dalla strada maestra. Anche per una causa discutibile positivamente, come quella della difesa degli ebrei contro i continui assalti imperiali accidiosi.
Figlio di quell’espressionismo che tanto donerà all’immaginario cinematografico della prima metà del secolo scorso, Il Golem non contiene la componente onirica presente in altri lavori contemporanei (Il gabinetto del dottor Caligari o Vampyr), ma possiede un’impianto visivo notevole dato dall’impatto della creatura, dalle strutture enormi create da Hans Pölzig e dalla moltitudine di persone sullo schermo durante l’inseguimento. La lucida fotografia di Karl Freund esalta queste caratteristiche, abbellendo un film da una trama scarna soppiantata dalla soddisfazione della vista.
Interessante notare come il film di Wagner influenzerà il futuro James Whale, precisamente nella scena in cui Frankenstein si ritrova a “giocare” con una bambina nei pressi di un lago, ma, al contrario di questo, ne Il Golem i destini (e quindi i ruoli vittima/carnefice) si invertiranno. Aemaeth.