IL DITO – Fulvio Risuleo
Succede un giorno in cui Stephen sente grattare in casa. E’ un rumore fastidioso e per questo bisogna far sparire l’animale che lo sta provocando, qualunque esso sia. Arrivato in bagno armato e deciso a scacciare il colpevole vede qualcosa che proprio non si sarebbe aspettato di vedere: un dito umanouscito dallo scarico del lavandino!
Fulvio Risuleo è il giovanissimo regista-autore della produzione indipendente Carota Film. Di anni pochi [appena maggiorenne], di cortometraggi tanti.
All’interno di una produzione abominevole per la sua giovane età, Risuleo ha partorito una piccola perla del nonsense cinematografico [Carota, visibile sul suo canale youtube], ha spaziato dall’animazione all’onirico, dall’ironico-grottesco al surreale, e ha deciso di avvicinarsi ora al genere horror.
Ci troviamo di fronte a una produzione più che indipendente, a conduzione familiare [come dimostrano i tanti Risuleo che compaiono di volta in volta nei titoli di coda, stirpe macchiata dal germe del cinematografo], ma che è riuscita finora sempre a sfornare dei cortometraggi molto personali, a volte davvero riusciti, altre volte meno, ma sempre costruiti in maniera vivace, all’ombra delle atmosfere cartoonistiche proprie del Risuleo, che nasce e si sviluppa come fumettaro.
All’ombra delle nuvole parlanti nasce anche Il dito, o meglio, si sviluppa, perché il corto è di nascita più altisonante, come recitano i titoli di testa nasce “da un incubo di Stephen King”.
Metto le mani avanti dicendo che quasi nessuna delle trasposizioni filmiche estrapolate dagli scritti del Re del Maine ha mai raggiunto, a mio parere, il centro.
Stessa cosa si verifica per Il dito di Fulvio Risuleo, che partendo da un racconto breve di King, non arriva ad essere un corto di genere ma, cosa peggiore, non sembra un corto di Risuleo. O meglio, si riconoscono all’interno della costruzione dei rimandi e delle dinamiche tipicamente sue, anche qui si respira aria di fumetto [leggo in questo modo l’esaltazione, tendente alla solarizzazione, dei colori], ma ci sono dei problemi, e sono ben visibili.
Dal punto di vista tecnico pare che il Risuleo voglia ingabbiarsi in un manierismo che non gli appartiene, puntando molto sulla grammatica filmica [e molto poco su quella drammaturgica, il che porta ad una storia acerba e troppo ansiosa di raggiungere il finale]. L’eccessiva freddezza tecnica, però, esplode, e va in pezzi, in un isterico “taglio del dito” finale, che è liberazione tecnica tramite un risibile effetto specchio ma troppo stona con il resto, e si riconosce come elemento di disturbo.
Un altro bel problema è Alessandro Liuzzi, l’attore protagonista: poco convincente e per certi versi esaltato: mette a disagio lo spettatore e lo porta a provare antipatia verso il personaggio che interpreta. Il che non sarebbe un fenomeno negativo a priori, ma lo è ne Il dito.
Intendiamoci, il risultato complessivo rimane più che dignitoso [il corto è costruito e studiato, e molto più riuscito di tante altre produzioni indipendenti]. Il dito è un cortometraggio che si lascia guardare piacevolmente, ma che non riesce ad essere incisivo, ne ad eguagliare altre produzioni della Carota Film, dal sapore più libero e motivato.
Come se il Risuleo avesse preso Il dito come un esercizio di stile all’interno di un genere [letterario e cinematografico], e non si fosse approcciato all’horror per vero interesse di esplorarlo. In questo modo il corto non decolla e risulta monco: né una statuina perfettamente costruita ma senza vita, né una personale rilettura di un modo di fare cinema.
Fulvio Risuleocura anche gli effetti speciali del corto: espressivissimo il dito fuoriuscito dal lavandino [sia nella versione sana, che dopo aver subito le angherie di un acido sturalavandini], lo preferiamo al protagonista umano.
Molto riuscita la colonna sonora, realizzata da Ivan Talarico, che da solo anima l’intero palinsesto della radio che fa da tappeto musicale all’intero cortometraggio, impersonando lo speaker e i cantanti dei pezzi mandati in onda. Polistrumentista e fine conoscitore ci propina una sua personale carrellata di versioni rimasticate di riconoscibili generi musicali, differenti tra loro per periodi storici e nazionalità, tutti cantati fra il gramelot ed il nonsense.
Carota Film presenta
un film di Fulvio Risuleo
con: Alessandro Liuzzi, Eliana Mennillo, Francesco Perrini, Pietro Risuleo, Fulvio Risuleo
Soggetto e sceneggiatura: Fulvio Risuleo
Operatore: Donatello Della Pepa
Misiche: Ivan Talarico
Effetti speciali: Fulvio Risuleo
Trucco: Nina Risuleo
Direttore della fotografia: Donatello Della Pepa
Durata: 6’27”