HOSTEL 3 – Scott Spiegel
Dopo aver visionato per un po’ di sano automasochismo i migliori titoli di Boll e le ultime tendenze cinematografiche vampiresche, pensavo che oramai il cinema non potesse scendere a livelli più bassi, almeno il cinema commercializzabile tramite i grandi canali di distribuzione (cinema e home video). Dopo la visione di questo terzo capitolo dedicato alla saga iniziata da Eli Roth nel 2005, che riuscì ad “inventare” il nuovo filone dei torture-porn con risultati discreti, posso con certezza affermare che … al peggio non c’è mai limite.
La storia è la solita, un gruppo di ragazzi volano a Las Vegas per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro, convinti di divertirsi tra alcol e belle donne. La realtà sarà però ben diversa, e i quattro mal capitati finiranno in un vortice di terrore, nel quale dei sadici spettatori pagheranno migliaia di dollari per assistere alla loro morte tramite gli strumenti più insani e improbabili.
Premesso che non sono un grande fan di Eli Roth, né del torture-porn in generale, non riesco a dire che i primi due capitoli diretti da Roth sono malvagi, si tratta di film d’intrattenimento spesso sadici, magari anche di cattivo gusto (ma neanche troppo, visti gli standard raggiunti negli ultimi anni), eppure riescono a divertire, e per quanto riguarda l’aspetto tecnico, non gli si può assolutamente negare una certa cura generale. Già dalla prima inquadratura di Hostel 3 capiamo che la mano dietro alla macchina da presa è cambiata, difatti Roth passa la staffetta a Scott Spiegel, scarso regista americano che oltre a partecipare alla sceneggiatura di The Evil Dead 2, non ha fatto molto altro di buono nella sua già scarsa carriera cinematografica.
Il risultato di questo Hostel 3 è pattume allo stato puro, un insieme di scene senza alcun senso logico che si ripetono fino a indurre la sana risata involontaria in più di una scena, risultando in molte parti una specie di orribile telenovela horror recitata con tutti gli attori espulsi dalle peggiori scuole di recitazione della zona. Come se non bastasse l’elemento gore è ridotto al minimo sindacale e per lo più mal realizzato: inguardabili gli effetti digitali, ridicoli quelli classici.
Insomma, di questo Hostel 3 non si salva proprio niente, partendo dalla regia, passando per la sceneggiatura e arrivando agli attori … persino la fotografia, dopo qualche minuto, potrebbe iniziare a farvi sanguinare gli occhi.