HOOK
Peter Banning torna a casa, uno strano silenzio, una lettera appesa alla porta dei suoi figli: sono stati rapiti da Capitan Uncino. Accompagnato da Campanellino, Peter ritorna all’Isola che non c’è per svestire i panni di Peter Banning e indossare nuovamente quelli di Peter Pan, ma prima deve ritrovare i perduti pensieri felici a cui aggrapparsi, per ritrovare se stesso.
Pubblicata dai britannici della Ocean, specializzati in trasposizioni da film di un certo successo, Hook è un’avventura grafica che segue il percorso di Peter in maniera piuttosto similare al film diretto da Steven Spielberg nel 1991. Con molti rimandi alle avventure punta e clicca più famose, Monkey Island in primis, il lavoro della Ocean non si distingue per alcun guizzo di rilievo e, anzi, se non si è visto il film, presenterà anche delle parti non estremamente chiare nel dipanarsi del plot (vedi il concetto di ritrovare i pensieri perduti per tornare a volare).
Anche la longevità non è il forte di questo lavoro, tuttavia l’atmosfera che si respira nella città dei Pirati, oppure nel rifugio dei Bambini Sperduti (evocativa la zona delle Quattro Stagioni), rende Hook piacevole da giocare e curioso nel suo incedere. Nulla di eclatante ma godibile.
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