HANNAH HOUSE – Chad e Max Smith
Una giovane coppia si trasferisce nelle praterie del Nebraska per iniziare una nuova vita; il loro bambino sta per nascere e Anna e suo marito Jobe sono convinti che lì riusciranno a crescerlo nel miglior modo possibile. Aiutati dai loro vicini e dal prete della piccola comunità, cercano di ambientarsi in quella strana casa che appare subito sinistra. Un po’ di tempo prima, infatti, la donna che abitava dentro quelle stesse mura (Hannah, appunto) si era impiccata e tutta la sua famiglia vi aveva trovato la morte.
Quelle che all’inizio sembrano solo sensazioni diventano realtà e Hannah ritornerà dall’inferno per sconvolgere il mondo dei vivi. Hannah House è una pellicola molto particolare. E’ stata realizzata, infatti, con lo stesso stile dei film muti del primo ventennio del ’900, ossia dell’epoca in cui la storia è ambientata. Immagini in bianco e nero, dialoghi assenti, didascalie che spiegano ciò che lo spettatore non può sentire. In sottofondo solo musica e rumori (una tazza che cade a terra, il soffio del vento, il pianto del bambino di Anna) ad accentuare tutta la desolazione e la paura che regnano in un luogo fin troppo oscuro e misterioso.
Le immagini sono spesso volutamente confuse e attraverso diversi flashback il passato si confonde con la realtà delle vicende narrate, e la presenza del maligno è rappresentata dai serpenti che infestano la casa e perfino il ventre di Anna: la scena in cui lei partorisce è una delle più forti dell’intera pellicola. Nel complesso Hannah House è interessante per il modo in cui è stato girato, ma intriso di clichés e di figure già viste in molti altri horror movies, risultando in alcuni passaggi perfino noioso. La mancanza di dialoghi non aiuta una sceneggiatura semplice che non viene neanche supportata da attori eccelsi.
VOTO: 5.5/10
Directed by: Chad e Max Smith
Produced by: Inferno Production
Starring: Summer Sawyer, Steve Millin