GUT – Elias
Tom e Dan sono amici da molti anni, hanno condiviso l’adolescenza e adesso lavorano nel medesimo posto, seduti di fianco nella stessa stanza. La loro vita è accerchiata dalla noia e, per rompere questo muro, cercano distrazioni in strani snuff-movie.
Tom ha anche una moglie e una figlia, a differenza di Dan, solitario e ancora legato alla loro vita da teen-ager. Ma qualcosa non va nella vita di Tom, un forte desiderio di cambiamento prorompe … mostrando a Dan la possibilità di un cambio città che li separerebbe.
Gut, diretto dall’enigmatico Elias, tenta di affrontare le difficili trame del thriller psicologico senza avere neanche lontanamente cognizione di causa né mezzi. Per cui ecco sciorinare sequenze su sequenze ripetitive (ma mai disturbanti o conturbanti), abbozzare caratteri pretendendo di offrire spaccati di psicologia con due frasi o abbozzare simil-snuff movie sempre col medesimo effetto speciale.
La noia dei protagonisti si trasmette immediatamente nello spettatore ma non per merito del regista, quanto per un processo osmotico che lascia chi osserva sprofondare nella sedia … senza nemmeno la forza di alzarsi e fuggire via. Da evitare.