GOLA PROFONDA – Gerard Damiano
Linda e Jenny sono colleghe, si sentono emotivamente vicine, condividono parte della propria vita e sono anche confidenti. Linda e Jenny sono prostitute. Linda si sente lacerata dalla totale insoddisfazione sessuale e si affida a Jenny che, prima, le organizza incontri con tori decisamente dotati e, dopo, la asseconda nella scelta di farsi visitare da un medico … per scoprire di avere il clitoride in gola.
Come non tenere nell’alveo dei film indipendenti intramontabili Gola profonda, costato poco meno di 25.000 dollari e capace di incassarne 4.000 volte tanto (circa 100 milioni), una sorta di manifesto di un ventennio, quello dalla fine degli anni ’60 sino agli albori degli anni ’80. Un lasso temporale capace di inquadrare fenomeni emotivi di massa come quelli esplosi con il Vietnam e il parallelo (e al contempo trasversale) utopismo della morale universale, con deflagrazioni di liberalismo sessuale che aumenterà sino al nuovo spauracchio: l’aids.
Gola profonda diviene così una sorta di summa (in)volontaria di un cumulo di pensieri che si sommano sempre più, socialmente come politicamente, religiosamente come scolasticamente, avendo necessità di una valvola di sfogo che trova nel sesso più libertino forma ideale. Inutile voler tentare di assegnare al film di Gerard Damiano una morale, questa la si ricicla tramite uno sguardo a posteriori che fa del film, comunque, un piccolo cult. Un lavoro che si innesta come tassello di un mosaico a presentare un’epoca, attraverso il corpo (e la gola) di Linda Lovelace che, in una sorta di ripensamento cosmico, dopo aver vissuto grazie e all’ombra di Gola profonda, si ritrovò avanti con gli anni come fervida femminista contraria ad ogni forma di pornografia.