WATERCLIME – “The astral factor”
Progetto ambizioso per Andreas Hedlund, meglio noto come Vintersorg, che, accantonati momentaneamente i progetti Borknagar, Fission e Vintersorg, mostra il suo amore ed estro per un rock progressivo (attenzione rock, non metal) molto sinfonico e ricco di elementi folk. Profumano di anni ’70 le songs proposte, venature hard rock fluttuano e ben si amalgamano con la voce del poliedrico Mr V (come si autodefinisce).
Poliedrico ed anche polistrumentista, infatti suona tutti gli strumenti, tranne la batteria, oltre ad usufruire degli assoli di chitarra del compagno Mattias Marklund su 2 tracce. Tocca a “Mountains” iniziare a modellare le orecchie dell’ascoltatore sulla proposta musicale; è lo fa egregiamente richiamando gli Yes su un andamento ondeggiante e ricco di arrangiamenti. Molto acido è l’intermezzo strumentale che ben si lega al semplice assolo di chitarra. Suoni quasi funky aprono “Floating” che rallenta i tempi improvvisamente e lascia emergere flauti che straniano maggiormente il mood del brano fino al solare ritornello sorretto egregiamente dalla voce di Vintersorg.
“The astral factor” mi ha riportato più volte a melodie provenienti direttamente dall’album Empiricism dei Borknagar (precisamente la song “Gods of my world”) con le dovute differenze, infatti anche il feeling di questo brano è molto solare ed acido nel contempo, ma mai fastidioso o slegato dal contesto. Più intimista è “Diamone moon”, lenta e malinconica, armonizzata da diversi cori e dalla voce di Hedlund. Sonorità devote agli Uriah Heep fanno capolino in “Painting without colours” disegnando con colori chiari (a dispetto del titolo) melodie originale anche se stavolta la voce sembra fuori luogo, non riuscendo a risultare calda quanto il contesto richiedebbe. Vocalità e synth richiamanti i Genesis accompagnano l’intera “Midnight flyer” ed è puro rock anni ’70, forse questa è la canzone più puramente rock e meno progressiva. Jazzata è invece “Scarytale”, accompagnata da una voce femminile ma il risultato lascia insoddisfatti proprio perché comporre una song del genere richiede qualche attenzione in più, specialmente nell’uso della chitarra. Solenne è la conclusiva “Timewind” che riprende i movimenti dettati dai tempi prog dell’opener “Mountains” stagliandosi come uno dei brani più riusciti dell’ensamble.
In definitiva ciò che lascia l’amaro in bocca è proprio la voce di Vintersorg che non sempre desta le emozioni che dovrebbe;lo scrivo pensando alle sensazioni profuse dal già citato Empiricism. Le possibilità di miglioramento sono molte, consiglierei anche di farsi affiancare da una vera e propria band in quanto Hedlund se la cava, ma potrebbe trarne solo giovamento in fase sia di composizione sia di esecuzione.
Tracklist
1. Mountains
2. Floating
3. The Astral Factor
4. Diamond Moon
5. Painting Without Colours
6. Midnight Flyer
7. Scarytale
8. Timewind