UBALDO TERZANI HORROR SHOW – Gabriele Albanesi
L’edizione 2011 del RIFF (Roma Indipendent Film Festival) tenutosi al cinema Aquila ha avuto una gradita risposta da parte del pubblico, merito anche delle firme prestigiose del panorama indipendente che vi hanno presenziato. Tanto attesa, alla sua seconda prova come regista e dopo il successo de Il bosco fuori distribuito dalla Ghost House Underground di Sam Raimi, è stata sicuramente la presenza di Gabriele Albanesi che ha presentato al Festival la sua ultima pellicola: Ubaldo Terzani Horror Show.
Per certi versi autobiografico, il film vuole essere non solo un horror ma anche uno spaccato di cosa significhi in questo periodo fare cinema di genere. La macchina da presa segue costantemente, come un corvaccio appeso alla sua spalla, le vicende di un giovane autore Alessio Rinaldi (Giuseppe Soleri) che fa fatica ad imporre le sue sceneggiature, così amate dai fan del genere in quanto ricche di sangue ma così temute dalle produzioni perché dalle limitate potenzialità di mercato.
Il produttore e mentore, interpretato da Antonino Iuorio, come farebbe ogni buon padre di famiglia, sente il bisogno di dare una decisiva sterzata alla carriera del suo giovane sceneggiatore e lo affida ad una guida più matura, un certo Ubaldo Terzani (Paolo Sassanelli). Questi vive in una bellissima villa in una Torino tanto affascinante quanto misteriosa. Fin dal suo ingresso sulla scena egli si impone con la sua mimica coinvolgente, col suo modo di fare talmente trascinante da intrappolare Alessio nel suo giogo fatto di pause, sguardi, gesti plateali, come il fumare la sua proverbiale pipa.
Il viaggio di Alessio nasconde più o meno velatamente un modo per allontanarsi da una situazione personale non troppo facile, legata alla sua ragazza Sarah (Laura Gigante) che lo accusa di essere distante. Nella casa di Terzani, invece, Alessio trova una sorta di rifugio, un antro dello stregone dove poter imparare i rudimenti dell’antica arte della scrittura. La domanda che il giovane sceneggiatore si pone è: “come fanno ad essere così coinvolgenti gli scritti di Terzani?“. Domanda semplice per una risposta altrettanto lineare: “bisogna trarre ispirazione dalle proprie paure dalle proprie fobie perché esse sono vere, pure e il lettore ha dentro di se le antenne giuste per captare se lo scrittore senta o meno quello che sta scrivendo“. Un po’ come chi guarda un film è in grado di accorgersi se l’attore che interpreta una scena senta ciò che sta dicendo o facendo.
Occorre fare un plauso alla prova di recitazione palesata in UBALDO TERZANI HORROR SHOW; troppo spesso in altre pellicole del panorama indipendente questo anello fondamentale della catena viene meno. Sotto questo aspetto si nota una cura maggiore anche rispetto alla precedente opera di Albanesi, IL BOSCO FUORI, eccessivamente caricato dal punto di vista recitativo.
Torniamo alla scrittura, tema caro ad Albanesi, che grazie all’espediente narrativo di un personaggio come Terzani ci permette di far luce sul punto di vista dell’autore in merito. Terzani asserisce che quella delle emozioni reali, veritiere, provate da chi scrive sia solo una base, egli dice che “non è vero che per scrivere una cosa che coinvolga il lettore lo scrittore debba averla provata in prima persona“. Trovo giustissimo questo punto di vista sarebbe come dire che un attore che debba interpretare la parte di un serial killer debba per forza aver ammazzato qualcuno. La scrittura in questo senso, quanto la recitazione, è un percorso interiore, una ricerca che si completa giorno dopo giorno, come il cambio della pelle di un rettile.
UBALDO TERZANI HORROR SHOW afferma la crescita di Albanesi come autore, infatti è chiaramente mostrato tutto il percorso evolutivo del regista tramite le gesta del suo alter ego Alessio Rinaldi. Rispetto a IL BOSCO FUORI è riscontrabile una certa maturazione, una logica a livello di script oltre che a una preponderante forza narrativa. Albanesi si sta trasformando, crescendo bene sia come sceneggiatore che come regista, anche perché supportato dalla buona spalla dei Manetti Bros che hanno creduto e credono in lui.
A livello narrativo ho trovato un po’ troppo abbozzato solo il personaggio di Sarah, giusto per giustificare l’acredine nei confronti del giovane scrittore e le sequenze finali del film … che non deluderanno gli amanti del genere. Aspettiamo di vedere la prossima opera di Gabriele Albanesi augurandoci una conferma della sua maturità, sia come autore che regista.
VOTO: 6/10
Regia: Gabriele Albanesi
Con: Paolo Sassanelli, Giuseppe Soleri, Laura Gigante, Antonino Iuorio
Sceneggiatura: Gabriele Albanesi
Produzione: Minerva Pictures Group
Distribuzione: Minerva Pictures Group
Italia, 2011