TORO LOCO – Patricio Valladares
Un cimitero. Un uomo con un cappello da cowboy cammina con un mazzo di fiori. Uomini armati iniziano a scivolare tra le tombe in un paesaggio desertico. Il sole traccia una linea obliqua scintillando sulle pistole nascoste dai fiori, che in un gesto rapido sono gettati a terra … e gli spari rompono il silenzio.
Torna il killer Toro Loco in una sorta di spin-off di DIRTY LOVE, nuovamente diretto Patricio Valladares e co-sceneggiato da Andrea Cavaletto. TORO LOCO è un mediometraggio di 30 minuti caratterizzato dallo stesso senso di sporco e grottesco del capostipite, con una ulteriore propensione al lato caricaturale che da un lato giova, dall’altro sembra voler coprire l’amatorialità di alcune situazioni.
La storia verte sulla moglie di Mateo, figlio di un boss locale, che viene abbandonato dalla donna insieme al figlio. È proprio Toro Loco, l’uomo chiamato da Mateo per trovare e seviziare la donna. L’importante è che soffra abbastanza per espiare la sua colpa.
Sebbene non manchi una sceneggiatura degna di tal nome, con trovate innovative e coinvolgenti, TORO LOCO rappresenta un lungo balzo indietro rispetto a DIRTY LOVE sotto il profilo tecnico. La regia nella maggioranza delle scene non riesce ad essere incisiva come dovrebbe, con inquadrature che scimmiottano Robert Rodriguez di PLANET TERROR, così come il montaggio non sempre si rivela calibrato nonostante una certa cura. Il digitale sicuramente non aiuta.
Si ha, inoltre, la sensazione che TORO LOCO sia stato girato in fretta e furia, con il regista spinto dal palpabile desiderio di rimettere in gioco il suo attore feticcio, ma cavalcando l’onda del precedente film senza troppo criterio. Se l’ordine di release dei film fosse stato l’inverso, sarei stato contento di vedere TORO LOCO, ma data la sequenzialità temporale non posso che essere deluso da Valladares. Peccato anche per l’utilizzo di effetti digitali veramente pessimi (sia per le esplosioni che per i getti di sangue).
TORO LOCO risulta godibile, spesso divertente, ma purtroppo non riesce a togliersi di dosso un alone di ripetitività e un senso di derivazione non appropriato a un regista come Patricio Valladares, sicuramente in grado di essere oltraggioso, coraggioso e innovativo. Se non avete visto DIRTY LOVE troverete diverse punti di interesse, altrimenti dirigetevi verso questo titolo.
VOTO: 5/10
Regia: Patricio Valladares
Sceneggiatura: Patricio Valladares, Andrea Cavaletto
Cast: François Soto, Ignacio Muñoz, Kim Sønderholm, Tanja Bønke, George Belmar, Domingo Guzmán, Felipe Aliste, Felipe Avello, Los Canibales, Paulina Facuse, Javier Gonzales, Jose Hernandez, Manuel Navarrete, Bastain Sandoval, Julio Troncoso