THE WALKING DEAD – Season 6
La sesta stagione di The Walking Dead, come sempre, ha spaccato la critica tra chi adora la creatura di Robert Kirkman in questa veste e chi la odia. Il chiacchierio sul web è incessante, i rumors impossibili da zittire trovano spazio anche su Through the Black Hole con due punti di vista (appunto) diversi. Buona lettura.
Rick Grimes e il suo gruppo sono alle prese con …
non ha alcuna importanza. Questa serie ha superato ogni limite di decenza e, dopo una quinta stagione meno scadente della quarta, si prepara ora a precipitare rapidamente nel baratro in cui era diretta già da tempo. Inutile girarci attorno, inutile soffermarsi ad analizzare i dettagli pseudo-filosofici tratti dai dialoghi tra i personaggi (ma poi, filosofia su cosa? siete in un mondo di morti e vi scannate a vicenda per un piatto di minestra, su cosa si può filosofeggiare?), inutile anche chiedersi se i colpi di scena porteranno a qualcosa: The Walking Dead è ormai immondizia triturata.
Ormai i personaggi sono insipidi e inutili, lo spettatore si ritrova spesso a chiedersi: “e questo chi diavolo era?“, e quando un personaggio principale muore (e succede, ogni tanto, non è una novità) si prova quasi una sensazione di sollievo. Gli sceneggiatori brancolano nel buio, producono ancora, come nella stagione 4, episodi bottiglia fatti di pochi personaggi, riempiono i buchi (troppi, la sceneggiatura è un groviera da concorso) con chiacchiericci deliranti, con azioni sconclusionate. E, come sempre, gli zombie sono un contorno: forse gli sceneggiatori pensano che ormai gli zombie siano i loro telespettatori, pronti a mangiarsi qualsiasi porcheria spinti da mera fame televisiva.
Da troppo tempo, soprattutto, gli sceneggiatori e i produttori dovevano rispondere a una domanda: in questo mondo, il nemico è l’uomo o lo zombie? Loro hanno risposto: l’uomo. Peccato, risposta sbagliata.
RANK: 1/10
[Ivano Triggiani]
Corse frenetiche, momenti di stasi, morsi fulminei e dialoghi asfissianti. The walking dead ci ha abituati a continui momenti altalenanti, spingendoci a scagliare oggetti contundenti contro lo schermo (per poi rosicare in attesa della puntata seguente) e lasciando tirare il fiato quando una puntata terminava ma sembrava iniziata pochi attimi prima. Dall’avvento di Alexandria, delle sue controversie, amarezze, contraddizioni, certezze, la serie sembra aver raggiunto un equilibrio che adesso, con la sesta stagione, può guardare con un sorriso verso il passato. L’ombra di Negan oggi come la minaccia del Governatore ieri sono elementi di disturbo e destabilizzazione, propaggini nere che si allungano sul gruppo di Rick, dandoci la certezza che una mannaia si abbatterà su di esso … o meglio una mazza chiodata con un nome, Lucille.
Tra momenti di pura tensione, paura del vicino (umano) più che dello zombie dietro le palizzate, The walking dead – Season 6 prepara il terreno per una lunga attesa che porta verso l’ultima puntata (“Last Day on Earth“), quella in cui ci viene presentato il nuovo villain che dominerà la settima stagione. Certo, gli scivoloni non mancano nemmeno in questa stagione, specialmente per azioni non-sense (Maggie docet), cambi di prospettiva ai limiti del risibile (Carol) e imbarazzante mancanza di incisività ed empatia (Morgan). Stendiamo un velo anti-spoiler per il finale, cliffhanger da cardiopalma ma capace di infrangere la matta lucidità che, nel fumetto, presenta ancor più adeguatamente il personaggio di Negan.
Siamo ancora ben lontani dalla qualità del lavoro su carta di Robert Kirkman, ma per la prima volta ne vediamo cenni più concreti. Incompleta ma entusiasmante.
RANK: 7.5/10
[Giulio De Gaetano]