THE SIGNAL – David Bruckner, Dan Bush e Jacob Gentry
THE SIGNAL è il fulgido esempio di come l’horror indipendente possa ancora confrontarsi testa a testa con l’horror di “serie A”, spesso più mero giocattolo che lavoro ispirato. Prima di iniziare la recensione è doveroso sottolineare che il libro di Stephen King – The Cell - è stato scritto in concomitanza con la realizzazione di quest’opera cinematografica, perciò anche se risulta incredibile la somiglianza dei temi trattati nelle due storie, è una coincidenza.
Pur essendo stato presentato con buoni risultati al Festival di Sundance nel 2007, in Italia THE SIGNAL è arrivato con un anno di ritardo supportato dalla One Movie, dimostrandosi un flop nelle pochissime sale che lo hanno proiettato, per poi essere riproposto per il mercato home video. Ha del miracoloso, però, il fatto che sia stato distribuito nel bel paese visto che in patria è stato proiettato solo in pochissimi cinema ed è stato prodotto da compagnie minori come la POP Films e riacquistato dalla Magnolia Pictures.Il film ha tre diversi registi (David Bruckner, Dan Bush e Jacob Gentry) che hanno fatto di questo particolare film horror il loro biglietto da visita per il mercato mainstream. Forti dell’esperienza da un passato in televisione, i tre si sono reinventati non soltanto registi ma anche produttori, attori e sceneggiatori.
Il film è un grosso esercizio di regia stilistica dove ognuno di loro si cimenta in una “trasmissione”, ovvero uno dei tre microepisodi che formano lo schelettro del film. Anche se questo è un chiaro rimando ai vecchi film horror ad episodi (come Le cinque chiavi del terrore oppure i vari Creepshow), il film ne differisce fornendo una visuale del carosello di personaggi che vivono l’apocalisse, raccontando l’evoluzione della stessa storia, non orrori diversi con diversi personaggi.
Ingegnoso anche il sistema di flashback e d’interazione dei personaggi che ci permette di tenere viva sempre l’attenzione sulla trama principale anche se ci pone innanzi ad un ventaglio di situazioni diverse, ognuna narrata con il proprio stile e la prorpia retorica. Le situazioni in cui ci imbattiamo spaziano dal gore, al comico, all’horror alla love story e il tutto è facilitato grazie alla trama che sfrutta psicosi e visioni dei protagonisti.
La storia di THE SIGNAL è ambientata a Terminus City dove, durante un rapporto fedifrago tra la bionda Mya e Ben, i due decidono che il mattino seguente sarebbero fuggiti dal marito di lei (il bruto Lewis) per vivere insieme e costruirsi una vita in un posto migliore. Tutto molto romantico, finché uno strano segnale disturba i canali audio-video dell’ intera città e trasforma chiunque lo ascolti per lungo tempo in un folle omicida. Da notare: l’inizio del film è un chiaro tributo al torture porn, girato su pellicola a tratti sovraesposta, al punto che lo spettatore si chiede se non ha sbagliato ad aver noleggiato il dvd … invece dopo i titoli di testa scopriamo di aver visto soltanto un film su un televisore all’interno del film stesso.
Da qui le strade dei nostri due amanti si separano lungo percorsi diversi verso la stazione dei treni per fuggire dalla città (la speranza di una vita migliore ed ora anche di una possibilità di sopravvivere) e ci danno una panoramica di ciò che accade in città: mariti che uccidono le mogli, folli che compiono omicidi casuali e, ancora peggio, persone spaventate che non si riesce a capire se effettivamente vittime dell’influsso del segnale o meno.
In definitiva quest’ horror movie indipendente è un buona prova del trio di registi di Atlanta che, dopo averlo presentato al Sundance Film Festival del 2007, sono riusciti a ritagliarsi una fetta di mercato non indiffetente, visto che il film è arrivato anche nel circuito DVD italiano con un buon doppiaggio. Un crescendo di follia che a volte è buffa … altre tremenda nella sua esplosione di violenza.
VOTO: 7.5/10
Regia: David Bruckner, Dan Bush, Jacob Gentry
Cast: Anessa Ramsey, Sahr Ngaujah, AJ Bowen
USA, 2007