THE MARTIAN: IL SOPRAVVISSUTO – Ridley Scott
Ci sono film di cui è difficile parlare, perché non arrivano allo spettatore o non abbastanza coinvolgenti, né disturbanti; incapaci in qualche modo di stuzzicare l’immaginazione di chi guarda, che sia in positivo o negativo. Questo è il caso di The Martian, asettico resoconto di un’avventura che vede un compiaciuto protagonista conquistare Marte.
L’ equipaggio dell’Ares 3, poggiato sul suolo di Marte, si trova nel mezzo di una tempesta che non lascia scampo. Il botanico Watney viene colpito da un detrito e, credendolo morto, il comandante Lewis ordina alla squadra di abortire la missione e tornare sulla Terra. Ma Watney è vivo e, fa di tutto per rimanere tale.
Grazie alla sua estrazione da botanico, si ingegna per utilizzare delle patate (trovate tra le proprie scorte alimentari), la terra di Marte e le proprie feci come concime, in modo da creare una coltivazione di patate. A queste segue acqua e l’obiettivo di sopravvivere alla successiva missione su Marte non è più così lontano, nonostante debbano passare 4 anni. Nel frattempo la NASA, che continua a monitorare il pianeta attraverso i satelliti in orbita, si rende conto che Watney è sopravvissuto.
Regista di film epocali per la storia del genere (Alien, Blade runner), Ridley Scott è tornato a visitare lo spazio dopo il poco entusiasmante Prometheus. Questa volta ci presenta il diario di un astronauta, fedelmente tratto dal romanzo L’uomo di Marte di Andy Weir. Matt Damon incarna un non proprio simpatico protagonista, naufragato e abbandonato nello spazio, capace di restare freddo e attento, oculato nelle azioni. Procede sulla superficie del pianeta rosso per obiettivi, risolvendo un problema alla volta, senza mai cedere alla disperazione o alla solitudine. Scott personalizza la storia impregnandola di ironia e infarcendola con i classici moralismi americani sull’amor patrio.
Probabilmente Ridley Scott è partito con l’intenzione di dirigere un film di ampio respiro, arrivando al grande pubblico anche attraverso un flusso di spiegazioni scientifiche “soft”, non sempre corrette o precise, ma almeno lineari e ben distanti da altre recenti (Gravity, Interstellar). Due pregi di The Martian: il sopravvissuto sono il realismo infuso dai metodi di sopravvivenza del protagonista, abbastanza plausibili e convincenti, e la suggestiva location, in parte realizzata artificialmente. Gli aspetti negativi, invece, si trovano specialmente nel disegno dei personaggi, superficialmente approfonditi e noiosi.
Nonostante gli evocativi paesaggi di Marte, gli effetti speciali puliti e mai di troppo, una funzionale fotografia, The Martian: il sopravvissuto rimane un lavoro emotivamente sterile, incapace di attecchire nello spettatore, tradendo le roboanti aspettative.
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