THE AFTERMAN – Rob Van Eyck
Immerso in un panorama post-atomico un uomo si muove lentamente tra morte e desolazione. Un lungo e silenzioso epitaffio mentre intorno vige la sola legge del più forte.
La sopravvivenza come unico motivo trainante di un uomo solitario che cerca cibo e riparo dalle violenze altrui. Quando riesce a salvare una donna dallo stato animalesco in cui è tenuta dal suo padrone, sembra quasi trovare serenità (dopo la diffidenza iniziale) in un altro essere umano. Ma la brutalità e tutto intorno a loro, nessuno scampo se non divorando chi cerca di divorarti.
Sino all’ultimo istante ho avuto il dubbio se THE AFTERMAN utilizzasse il post-atomico per mimetizzare (malamente) un soft-core di pessima fattura, o se le continue violenze sessuali fossero parto (naturale) di uno scenario brutalizzato dall’esplosione nucleare. Il dubbio è svanito a fine proiezione, quando tirando le somme è diventato chiaro come il film di Rob Van Eyck fosse solo confusionario e inconcludente. Una mancanza di trama in cui il sesso, abbastanza esplicito, è inserito per mettere delle toppe (o la trama è inserita come toppa per le scene soft-core?).
L’elemento più interessante di THE AFTERMAN è la totale assenza di dialoghi che costringe lo spettatore a osservare il mondo devastato, con un occhio malizioso e voyeuristico. Peccato che quest’ultimo aspetto strida in maniera così fragorosa con l’atmosfera apocalittica. Un’accozzaglia di situazioni che si ripetono per coprirne la durata, mancando in sentimenti, specialmente nell’abbozzo di rapporto instaurato tra la donna salvata dal contadino violento e l’uomo.
Rob Van Eyck non fa mancare nulla: stupri omosessuali, rapporti con una ricca lesbica, monaci che si fanno praticare fellazio, orge di cibo e carne umana e altre amenità. Inutile.
VOTO: 4.5/10
Director: Rob Van Eyck
Cast: Jacques Verbist, Franka Ravet, Dora Raskin
Belgio, 1985