STUDIO 666 – BJ McDonnell
Nel corso degli anni Dave Grohl ha abituato il pubblico alla sua mentalità poliedrica, al suo approccio curioso alla musica e all’arte.
Infatti non si avvicina ad essa solo come “semplice” addetto ai lavori o, peggio ancora, con atteggiamenti da Super-Rock-Star viziata, ma anzi pare essere più una brillante mente creativa al servizio della musica, un polistrumentista fan non solo della scena Rock ma capace di spaziare nei diversi generi musicali. Questo suo approccio curioso alla vita deve essere stata la chiave di volta del suo successo che gli ha concesso di risorgere dalle ceneri dei Nirvana.
Chiusa quella parentesi ha dato vita ai Foo Fighters e in essi si è potuto ravvisare tutta la sua voglia di sperimentazione, un’estrema curiosità e grande ironia. Non stupisce perciò che una mente così aperta come la sua si sia cimentata anche in ambito cinematografico, sempre con l’approccio del fan, trattando un genere che evidentemente gli sta molto a cuore, l’Horror appunto!
Studio 666 ha palesemente i contorni del B (ma anche C) Movie anni ’80.
La trama è molto semplice: i Foo Fighters dopo una lunga pausa di riflessione devono dare vita al loro prossimo album ma sembrano vivere un momento di stasi creativa, la produzione ha bisogno di nuovo materiale da immettere nel mercato per cui decide di scuotere il torpore della band mandandoli in una villa in campagna in modo tale che i ragazzi possano ritrovare la loro verve creativa.
Ovviamente quella non è una villa normale…
Infatti, scoprono presto che quel luogo è stato teatro, anni fa di un grande massacro di un’altra band, macchiandosi con il loro sangue e per questo maledetto!
Come nella musica riscontriamo in questo film la stessa voglia di Dave di divertirsi, la stessa voglia di condivisione infatti all’interno di questo film ci sono illustri ospitate come quella di Kerry King degli Slayer che fa un cameo a dir poco stupendo o come quella di Steve Vai e persino Lionel Richie.
Ovviamente il tutto va visto con il giusto occhio, vale a dire apprezzando questa breve incursione nella settima arte di Dave Grohl, con l’entusiasmo di chi si è divertito ad interpretare certe scene ma, soprattutto, a realizzare la colonna sonora che spazia dai più old-fashioned Black Sabbath al più recente Black Metal.
Guardando questa pellicola non si può fare a meno di notare la performance di Taylor Hawkins scomparso prematuramente, di cui in qualche modo questo film è anche un ultimo omaggio alla vita..
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