STILL LEVEN – Donato Arcella
Still leven è il secondo episodio della trilogia video della “dark lady”, iniziata dal regista Donato Arcella nel 2009 con Project blue book. Il titolo, che in olandese sta per “natura morta”, è per il regista un modo per provare a ritrarre, e a presentare al pubblico, l’incontro tra quattro anime, in pena d’amore. Il video è liberamente ispirato a Schiavo d’amore, dramma sentimentale hollywoodiano del 1934, diretto da John Cromwell.
Come il film del ’34, Anche il video di Donato Arcella s’accentra sul tema dell’amore non corrisposto. Della schiavitù fisica e mentale che il desiderio, non solo carnale, può scatenare nell’animo umano, se gli è negato di trovare all’esterno la realizzazione di sé. Quattro sono le figure che s’intrecciano nel video del regista, ormai orientato, con buonissimi risultati, verso la video-danza.
In un’oscura coreografia, fotografata in saturi e plumbei colori blu, rossi e verdi [che ormai costituiscono un segno di riconoscimento dei lavori di Arcella, quasi un gotico daltonismo d’autore], si scoprono nudità dolorose più che voluttuose, sguardi puntati “altrove”, occhi serrati per non guardare e gli incessanti tentativi di imporre la propria autorità e d’instaurare un regime di possesso amoroso, da parte di colui che, in fin dei conti, sarà l’unico vero “schiavo d’amore” del video: Flavio Sciolè.
Uomo ingabbiato in una serie di violenze da lenzuolo, prima inflitte al nudo oggetto del desiderio, poi reiterate sul suo stesso corpo osceno, orrendo perché rifiutato dalla donna amata.
Il video è molto ben orchestrato: inquadrature mai banali, puntate alla ricerca di una profondità di campo molto piacevole a vedersi; il montaggio [ad opera di Emmanuele Pinto] che si sposa perfettamente sia al ritmo musicale della canzone dei Mustwyg, che ai movimenti coreografici delle danzatrici [Rosangela Martino, già protagonista di Project blue book, e Micòl Giovanelli]. Ancora una volta sopra le righe l’interpretazione di Flavio Sciolè [non-interprete, non-autore, non-regista di numerosi non-video e non-performance teatrali], in realtà uno dei troppi non-artisti convinti, chissà per quale strano motivo, di esser la reincarnazione del maestro Carmelo Bene.
Come spesso ci è capitato di vedere nei suoi lavori il non-interprete tenterà di levarsi la vita fingendo di strangolarsi con un lenzuolo. Neanche stavolta ci riuscirà.
VOTO: 7/10
Sceneggiatura: Luigi Russo
Regia e fotografia: Donato Arcella
Performance: Flavio Sciolè
Con: Rosangela Martino, Micòl Giovanelli, Gilberto Mulargia
Musiche: Mustywig
Montaggio: Emmanuele Pinto
Italia, 2010