STEVEN GOLDMANN – Intervista
Questa intervista pone il solito dilemma: com’è possibile che determinati lavori che vengono esaltati nel sottobosco horror, circolano grazie al passaparola e inseriscono registi nell’olimpo cult, non trovino distribuzione in Italia? Steven Goldmann ha realizzato una trasposizione da una serie a fumetti americana (Trailer Park of Terror appunto), che è una sorta de I racconti della cripta imbastardita in salsa redneck. Purtroppo questo film fa parte della categoria dei film introvabili in italiano per cui, armatevi di santa pazienza e cercate di visionarlo in inglese, ne vale veramente la pena. Dalle simpaticissime parole del regista ne traspare tutta la carica: battute, siparietti, ma anche un serio spaccato dell’America in cui lavora. A Steven la parola.
Parliamo della “persona” Steven Goldmann: che tipo di studi hai fatto e/o quali esperienze di vita ti hanno trascinato davanti alla porta del cinema?
Sono cresciuto in una casa in cui si amava il cinema. Mio padre aveva un proiettore 16mm ed era in stretto contatto con la società di distribuzione canadese Famous Players. Sin da quando avevo circa 6, 7 anni ogni venerdì avevamo appuntamento fisso per andare a vedere un film. Fu così che vidi il mio primo film horror, e anche tutti i film della Hammer. Ero un giovanissimo attore e aspirante fotografo, e l’amore per i film mi ha portato a frequentare la Concordia University’s Pavilion Des Beaux-Arts e l’università a New York.
Cominciai la mia carriera professionale dalla sala montaggio, andando a lavorare presso una agenzia fino ad imbracciare la macchina da presa. Per gran parte della carriera mi focalizzai sui videoclip ma adesso voglio fare solo film.
Ci parli di come ti approcci ad una sceneggiatura? Dipingi istintivamente alcune scene nella tua testa, pensi a come dare importanza ad alcuni personaggi o … ?
Dunque, per TPoT ricevetti il fumetto e cercai di immaginarmi prima di tutto una singola storia. Mi sembra proprio di ricordare che dal primo spunto venne poi tutto il resto, contemporaneamente. Amavo i personaggi e la trama, ma anche l’impatto visivo che potevano avere! Perciò porto avanti varie idee in parallelo, fa tutto parte della mia cassetta degli attrezzi. Una delle cose che preferisco è inserire negli script esperienze della mia stessa vita. Però non ti dico quali!!
Trailer Park Of Terror è un mix perfetto tra i film splatter-gore degli anni ottanta (come Re-animator) e quelli ironici più recenti (per esempio The Cottage o Shaun of The Dead), quali registi ti hanno maggiormente influenzato e quali film hai amato?
Devo dire che Sam Raimi ed il primo Peter Jackson hanno giocato un ruolo importante , sapevano esattamente come dirigere un film, ma erano anche degli ottimi intrattenitori. I primissimi film di Tobe Hooper, quelli degli anni settanta contenevano una sorta di voluto “grezzume”, presente anche in alcune scene di TPoT. Se parliamo in termini di omaggio ci sono anche molte altre pellicole che mi hanno segnato, per esempio quelle di Russ Meyer! Devo dire che anche i film sui mostri della Universal mi hanno colpito parecchio, influenzandomi nel modo di scrivere. Mi piace quando i mostri diventano eroi. Se dovessi proprio essere costretto a tirar fuori un paio di nomi di registi e di film direi … mmm … su tutti L’Esorcista. E’ un film perfetto. Vedo i miei lavori come una via di mezzo tra La Casa e L’Esorcista, sebbene i registi che mi hanno maggiormente colpito nell’intimo sono stati Sidney Lumet e Martin Scorsese, fautori di un genere più classico.
Una nota simpatica: ho portato la donna che sarebbe diventata mia moglie ad un doppio spettacolo che presentava dei film di Stuart Gordon: Reanimator e From Beyond. Fu una prova, e lei lo passò. Li amò almeno quanto me. Mi piace il fatto che tu abbia intravisto il mio amore per quei film in TPOT!
Da dove hai preso l’idea per Trailer park of Terror?
Come ho detto prima esiste una serie di comic book con lo stesso nome. E’ una sorta di tributo a Tales From The Crypt (I racconti della Cripta), in versione grezza e diretta. Mi son sempre chiesto come (e perchè) il Custode della Cripta fosse diventato un tale personaggio. Nel fumetto Norma è una figura alquanto simile al Custode, per cui abbiamo deciso di inventarne e narrarne le origini.
… e per il personaggio dello zombie che suona la chitarra sul tetto (è uno dei più sorprendenti e folgoranti personaggi che abbia mai visto sullo schermo)?
E’ stato in parte ispirato da un personaggio del fumetto che indossa una parrucca alla Elvis, anche se non si tratta dello stesso carattere – Roach non esiste nel fumetto. Mi è tornata in mente una storia che aveva a che fare con lo zombie di Elvis, ed è rimasta là, impressa (com’è successo per un personaggio presente in un album di cover dei Cramps) finchè dopo averci pensato e ripensato, e immaginando Matt King (un rocker di Nashville le cui musiche sono largamente presenti nel film e che nacque in un campeggio per roulotte, un trailer park appunto) riuscii a partorire Roach! Volevo anche musica e cori greci, di fianco a della roboante Psycho-billy e non mi bastava solo ascoltarla, volevo anche anche “vederla”.
La musica è uno dei punti focali fondamentali nel film: brani blues-rock sono sempre nello sfondo, anche tu sei un musicista o semplicemente ami queste sonorità?
Semplicemente adoro la musica. Strimpello anche, ma principalmente sono un collezionista di diverse sonorità, con particolare propensione verso il rock-a-billy. Mi sarebbe piaciuto usarne ancora di più, sfruttare una strana combinazione tra Reverend Horton Heat, Marc Ribot, Tom Waits coi loro brani maggiormente oscuri ed ossessivi! Quest’idea spaventò il mio produttore così decisi per una via di mezzo
Che feedback ha ricevuto il tuo film in America ed in Europa?
Sinceramente non saprei dirtelo, forse puoi farlo tu! Penso ci siano fondamentalmente due categorie opposte: quelli che hanno amato il film e quelli che l’hanno odiato. I primi amano Roach e la musica, gli altri odiano le medesime cose. Quando leggo diverse recensioni, come quella scritta su Fangoria, sono orgoglioso. Ho sempre sognato di poter comparire nel magazine! Non ho idea di quante persone l’abbiano visto e non soltanto per sentito dire, magari maturerà a poco a poco come un cult-movie, non saprei.
La mia più profonda delusione è che il film è girato solo sui grandi schermi dei Festival, e gli spettatori di tutto il mondo hanno amato TPoT. Ho così goduto nel sentirli ridere e urlare, oggi come oggi non so che tipo di cult puoi tirar fuori da un semplice dvd.
Cosa pensi del generalizzato crack finanziario? Potresti gentilmente scatenare qualche zombie del tuo “gregge” per massacrare i succhiasangue che ci hanno fatto questo?
L’andamento dell’economia ha reso impossibile girare un Trailer Park Of Terror 2 e questo è già abbastanza! Non penso mi vedrai slegare l’orda per sbranare qualcuno di loro, non nel prossimo futuro! Questo crack ha reso molto complesso l’inizio delle riprese del mio nuovo film.
… e riguardo al dilagante panico per il virus A?
Ma non l’abbiamo già visto questo film? Non era 28 giorni dopo? Ti racconto una barzelletta: Un orso, un leone e un maiale si incontrano. L’orso dice: “se ruggisco in una foresta, l’intera foresta rabbrividisce dalla paura“. Il leone dice “se ruggisco in una giungla, l’intera giungla ha paura di me“. Il maiale dice “grande affare, si … se solo tossisco, l’intero pianeta si caga addosso“!!
Ritornando al cinema, ci piacerebbe sapere a cosa stai lavorando attualmente.
Spero di riuscire a realizzare un film chiamato HOODOO scritto e prodotto da quel geniaccio dei B-movies di J.S. Cardone (The Covenant, Prom Night,The Forsaken …). E’ un classico film sul voodoo con delle vibrazioni simili a quelle de IL SERPENTE E L’ARCOBALENO, mixate con le figaggini de L’ESORCISTA. Sto anche lavorando con Jeff Buhler, l’incredibile sceneggiatore di ULTIMA FERMATA L’INFERNO, basato sul racconto scritto da David Whitman: DEAD FELLAS. Un incrocio tra HELLRAISER e PAZZI SCATENATI!
Ci sono anche altri lavori che bollono in pentola, ma direi che questi titoli sono quelli a cui mi sto maggiormente dedicando per adesso.
Puoi usare queste ultime righe per dare qualche suggerimento ai registi indipendenti che stanno cercando di fuoriuscire dall’underground.
Sono così impegnato a tirar fuori il mio di film che ho la testa che scoppia e ci vedo meno. Dovresti consigliarmi tu! Ho riscoperto un vecchiaccio che sta tornando a nuova vita: Zé Do Caixão! Che trip! Penso che la nuova generazione dovrebbe riscoprirlo per imparare. Al di là di questo, ritengo di essere anch’io uno di quei registi che sta pazientando per uscire dall’underground. Avrò la mia occasione!