SPLINTER – Toby Wilkins
Splinter approda nei cinema statunitensi nel Settembre del 2008, già anticipato da una bufera di polemiche riguardanti la locandina originale che l’MPAA voleva togliere dalla vista del pubblico. Questo è un bene per il marketing, in quanto spinge il film verso il decollo su circuiti minori (e non solo), lasciando la speranza anche per il mercato italiano di importare dvd come questo.
Splinter è un film unico nel genere horror visto che, per una volta, i chiodi al posto di penetrare nelle carni ne escono. Alla faccia di Pinhead in questo caso abbiamo un groviglio di spuntoni che fuoriesce da sotto l’epidermide dei protagonisti perforandola in un tripudio di sangue e dolore: affascinante e splatter-impressionante.
La trama è solo un banale pretesto per regalarci un festino di sangue causato dal misterioso parassita che fa “germogliare” aculei dall’interno del corpo umano. Ritroviamo, infatti, situazioni praticamente sfruttate all’inverosimile: coppietta di innamorati, luoghi isolati e pericolosi nemici che assediano i nostri eroi.
Il giovane biologo Seth (Paulo Costanzo) e la sua donna Polly (Jill Wagner) si concedono un week-end di relax in un motel da quattro soldi nella sperduta campagna americana; sulla strada per il ritorno verso casa i due innamorati vengono aggrediti e sequestrati dal malvivente “cool” Dennis Farell, che li costringe ad accoglierlo nella loro macchina.
Di lì a poco entra in scena il vero protagonista del film (che comunque il bravo Toby Wilkins non manca di mettere in primo piano in molte occasioni), ovvero il parassita Splinter. Immaginatevi un essere microscopico che agisce contagiandovi tramite puntura o contatto, espandendosi all’interno del vostro organismo e macinando tutto ciò che trova per ricostruirsi sottoforma di grumo di aculei (appunto “splinter”) che perforano e spezzano le vostre ossa, fanno marcire le vostre carni e disciolgono i vostri legamenti e fibre muscolose: un dolore senza fine.
L’azione del virus (degno dei migliori splatter movie e assolutamente elemento portante del film) non si limita ad uccidere ma trasforma le vittime in schiavi, bestie che sembrano muoversi come i ricci nelle profondità del mare in un documentario di National Geographic … attirati dal sangue e dal rumore di altre prede. In un chiaro riferimento a Romero ed al suo capolavoro L’alba dei morti viventi, inoltre, i nostri disperati eroi ritrovano rifugio dalle bestie in un supermercato.
Questo piccolo e modesto lavoro, finanziato da Kai Barry e coadiuvato dall’amico John Glosser, si avvale della preziosa capacità di far capire allo spettatore che cio che sta vedendo è solo una briciola in un vasto orrore misterioso, che non viene mai nominato – infatti solo Seth formula sgangherate ipotesi sul caso Splinter di cui ignoriamo l’origine sino alla fine – e per questo crea un senso di maggior irriquietezza.
SPLINTER punta su attori acqua e sapone per deturpare in modo atroce la tipica e rassicurante bellezza della gioventù da vivere americana, archetipo già usato da altri film in passato ma comunque ancora molto efficace.
Un film horror da gustare e guardare senza troppe pretese o strane (dis)avventure mentali (che piacciono tanto alla maggior parte degli horror movie moderni) e dove possiamo godere di un buon clima di tensione. Imperdibile la scena della mano, che non può non far scappare un sorriso a tutti gli amanti di Sam Raimi, segno che le generazioni nuove hanno imparato qualcosa del buon horror.
VOTO: 7/10
Regia: Toby Wilkins
Sceneggiatura: Kai Barry, Ian Sherr, Toby Wilkins
Produttore: Kai Barry, John Glosser, Ted Kroeber
Casa di Produzione: Indion Ent. Group
USA, 2008
Durata: 82 min. circa
Con: Shea Whigham, Paulo Costanzo, Jill Wagner