SOTTO UN’ALTRA PELLE – Giovanni Gionata Paudice
Una giovane coppia si ritrova si ritrova a parlare dei propri sogni, delle paure, di ricordi che possono solo far male. Quattro pareti che raccolgono un forte carico emotivo, fin quando lei non esce irrequieta dalla stanza con una scusa banale. Un’altra giornata, il giovane aiuta una donna a trovare il cimitero, una donna dal profumo similare a quello della sorella morta, Sabrina. Via via che i tormenti si fanno sempre più vividi, la ragazza si rende conto che il proprio cuore è quello di Sabrina, trapiantato per salvarle la vita.
Un cuore che batte Sotto un’altra pelle, in un corpo che non è il suo. Il coraggio di dichiararlo e la paura delle conseguenze, l’amore di un fratello e il dolore della perdita. Tematiche affrontate da Giovanni Gionata Paudice alla sua seconda prova da regista dopo Il secondo passo, ancora una volta pronto a narrare tematiche non semplici nel contenitore del cortometraggio che, solitamente, mette alla prova qualsiasi cineasta in quanto necessita di comunicare molto in un limitato lasso temporale.
Il regista si avvale di un cast notevole, nonostante la giovane età, non flagellato da problemi di dizione o interpretazione rigida, donando al film una patina non facile da trovare in cortometraggi indipendenti italiani similari. D’altro canto il limite principale del lavoro sta nella sceneggiatura, non nello script di base, in quanto Sotto un’altra pelle avrebbe necessitato di un respiro maggiore per presentare i protagonisti e il loro background, dandoci il tempo di affezionarci, magari tacendo con le parole e prediligendo le immagini, dando spazio a flashback invece di raccontare con sequenze temporalmente connesse quello che si è svolto in un arco di tempo decisamente più vasto.
Del tutto trascurabile, invece, la scena con la sorella del giovane che ritrova il fratello prima di andare al cimitero. Tecnicamente invece, considerando il budget praticamente assente, l’unica grossa pecca è la resa sonora assolutamente insufficiente.
Paudice compie un bel balzo avanti rispetto al precedente lavoro, il che è meritorio e deve essere un forte incoraggiamento per andare avanti, ma il prossimo passo dovrà essere decisivo per iniziare a spazzare via le nebbie dell’amatorialità. Per cui il consiglio è di riutilizzare entrambi i protagonisti di Sotto un’altra pelle e perdersi nella scrittura di un plot dai contorni definiti, che sempre nel contesto di un cortometraggio possa dare maggiore rilevanza a tematiche così delicate.