RE-CYCLE – Danny & Oxide Pang
Ting-yin è appena caduta nel baratro catalogato come blocco dello scrittore proprio mentre il suo editore annuncia l’imminente lavoro, un thriller soprannaturale, chiamato The Recycle. All’interno delle mura che racchiudono la sua vita strane vibrazioni la inquietano, da un lato distraendola dal suo intento, dall’altra fungendo da ispirazione. Il suo mondo si decostituisce nel momento in cui, uscendo di casa, una nuova realtà le si edifica intorno … un mondo tappezzato di fantasmi dove le ombre si aggirano irrequiete, come macchie urlanti su un dipinto surrealista.
RE-CYCLE è un film diviso in due parti: la prima l’abbiamo già vista più volte in una sequela interminabili di horror asiatici (ragazza dai lunghi capelli neri, telefoni che squillano senza tregua, voci che risuonano rauche, improvvisi rumori, appartamenti desolati e mal illuminati, … ), e lascia il tempo che trova, mentre la seconda non presenta nulla di particolarmente originale, ma risulta ben riuscita grazie alla creazione di un sotto-mondo tetro e claustrofobico che inesorabilmente inghiotte la protagonista.
Quello costruito dai fratelli Pang (e da molta computer grafica) è un mondo onirico alternativo, che mescola un’architettura tradizionale giapponese agli slum più degradati, in un complesso girotondo di creature, fantasmi e orrori. Splendida la scena in cui cadono corpi dal cielo, in mezzo alle costruzioni semi-distrutte, e iniziano ad avere spasmi violenti sino a che si rialzano con scatti nevrotici. Da annali anche la costruzione della ruota panoramica immersa tra case fatiscenti e “coriandoli” che cadono dal cielo, mentre altri effetti (i “fantasmi”) in CGI sono decisamente approssimativi e mal animati.
La telecamera si muove con Ting-yin, la inquadra minuscola nell’alveare urbano in rovina, la spia da dietro un vetro appannato dal fiato di una bizzarra creatura e ne segue la labirintica discesa tra le pagine del suo libro. Un mondo “riciclato” dalle idee perdute di scrittori così come di persone qualunque, un miscuglio di oggetti pensati ma poi abbandonati all’erosione del tempo.
Molto coinvolgenti le musiche che supportano questo altalenante film, ricco in soluzioni visive ma povero di anima. Quando la storia diventa funzione delle immagini.
VOTO: 6/10
Regia: Oxide Pang Chun
Cast: Lee Sinje, Ekin Cheng, Lawrence Chou, Siu-Ming Lau
Hong Kong, 2006