PLANE DEAD – Scott Thomas
Sul volo Los Angeles-Parigi vengono imbarcate delle casse di proprietà della C.I.A. dall’ignoto contenuto. Il tragitto è funestato da una tempesta molto intensa che scoperchia uno dei contenitori, rivelando la presenza di una scienziata affetta da un virus che l’ha mutata in zombie. La sua fame di carne umana la porta a seminare terrore a bordo dando il via al dilagarsi del contagio, finché un gruppetto ben assortito di passeggeri decide che è tempo di difendersi.
Plane dead si apre quasi come una rivisitazione del recente Snakes On A Plane dove i serpenti sono sostituiti dagli zombie, lasciando invariato (o quasi) tutto il resto. Il succo dei due film è lo stesso: abbondante dose di autoironia, sangue che imbratta quante più pareti possibili, commistione di trash volontario e involontario, dialoghi ridotti all’osso e sovrabbondante azione. Insomma, procuratevi un pacchetto di pop-corn, stendetevi sul divano più (s)comodo ed immergetevi in un’ora e mezzo di puro intrattenimento.
Non pensate comunque di essere scossi da qualche brivido di tensione data l’ironia dell’insieme che stempera amabilmente ogni situazione (riuscitissimo in tal senso lo zombie orientale che non riesce a slacciarsi la cintura di sicurezza restando ancorato alla poltroncina per buona parte del tempo), con questa pellicola si veleggia su territori di puro divertissement senza altre pretese. Unico riferimento serioso quello (inevitabile) alla tragedia dell’11 Settembre 2001, dove i “mostri” rispecchiano gli attentatori in un incubo ad alta quota destinato a trasferirsi sulla terra ferma.
Il casting ben si adatta alle follie di sceneggiatura, in grado di calcare quando serve il lato caricaturale dei personaggi, in un campionario di personaggi che va dalle attraenti hostess al campione di golf di colore, dalla suora ai giovanotti (ovviamente stupidi) con le rispettive donne (non da meno), senza dimenticare un poliziotto ed il suo prigioniero. Interessanti anche gli effetti speciali, commistione di sangue digitale e classico lattice e salsa di pomodoro. Sostanzialmente Plane dead riesce ad essere un degno straight to video, senza infamia o lode. Peccato per una prima parte introduttiva eccessivamente lunga e farraginosa che ne penalizza la godibilità generale.