OVERTURES – “Artifacts”
Terzo album per la band di Gorizia che, evolutasi dal background power metal, assorbe sonorità heavy mescolandole ad aperture hard rock e passaggi prog, senza mai dimenticare le melodie spesso sospinte dalla voce di Michele Guaitoli, quando necessario accompagnato da Marco Pastorino e Caterina Piccolo, come nella suite di dieci minuti “Teardrop”.
E’ proprio in brani come questi che gli Overtures dimostrano la propria forza, dimostrando come nel corso di poco più di un decennio sono riusciti ad evolvere una passione, quella per un genere musicale, in una deriva personale, che poggia le basi su diverse sonorità, dove riecheggiano gruppi storici (pensate ai cori dei Queen), artisti internazionali per cui i nostri hanno anche fatto da supporter (Threshold) e non (Symphony X), ma anche altre band italiane (DGM su tutti). Artifacts è un disco maturo, non soltanto dal punto di vista del songwritting, ma anche considerando la confezione, a partire da una splendida cover elaborata da Franziskus Plefghart, e della produzione in grado di esaltare ogni strumento, anche nei momenti in cui gli arrangiamenti mescolano diversi strumenti in parallelo.
Il certosino lavoro della sezione ritmica (Luka Klanjscek al basso, Andrea Cum alla batteria) emerge in brani come “Repentance” o “Go(l)d”, quest’ultima arricchita da melodie hard rock grazie anche alle chitarre di Marco Falanga, ancor più a suo agio in questa matrice sonora. Gli Overtures sono finalmente pronti a deflagrare sia dentro sia fuori i confini, con una maturità artistica che finalmente ha trovato la giusta dimensione.
Tracklist
Repentance
Artifacts
GO(L)D
As candles we burn
Profiled
Unshared worlds
My refuge
New dawn, new dusk
Teardrop
Angry animals
Savior (Alternative Version – Bonus Track)
Tag:Andrea Cum, Caterina Piccolo, heavy metal italiano, Luka Klanjscek, Marco Falanga, Marco Pastorino, Michele Guaitoli, overtures, OVERTURES Artifacts recensione