NUDE… SI MUORE – Antonio Margheriti
Nonostante il titolo fuorviante (e accattivante) questa particolare incursione nel giallo da parte di Antonio Margheriti non presenta elementi particolarmente scandalosi, fatte salve le scene iniziali che vedono una donna spogliarsi ed entrare nella vasca da bagno per poi venire strangolata da un misterioso figuro.
Anche le scene dei delitti non sono particolarmente efferate, anzi sfiorano volentieri il ridicolo dal momento che afferrando al collo le vittime queste cadono subito morte senza che l’assassino faccia la fatica di stringere. A parte questo però siamo di fronte ad un buon giallo con tutte le carte in regola per non sfigurare nel panorama nazionale e dare il via alla grande stagione del thriller all’italiana di cui Nude… si muore può a ragione essere considerato uno dei migliori precursori.
Il motivo ispiratore del film è, a tutti gli effetti, il cinema hitchcockiano con continui riferimenti tra cui, il più celebre, quello dell’omicidio nella doccia ispirato a Psycho. L’azione si svolge in un collegio femminile di lusso situato in una zona della Costa Azzurra dove arrivano quattro nuovi insegnanti e un grosso baule che contiene il cadavere della donna vista morire dopo i titoli di testa. La storia procede a ritmo sostenuto con continue variazioni giallo rosa e una serie di personaggi ben definiti anche se non proprio originali. C’è il giardiniere guardone La Foret (Luciano Pigozzi), la ragazzina appassionata di gialli (Sally Smith), la stangona amazzone e la giovane ereditiera che mantiene una tresca con un affascinante professore (Mark Damon) con il quale ha un delirante scambio di battute su Cappuccetto Rosso e Riccardo Cuor di Leone.
Verso la metà del film entra piacevolmente in scena una vera e propria icona del cinema Sci-Fi come Michael Rennie (Klaatu Barada Niktò vi dice niente?), invecchiato ma sempre maestoso nei suoi due metri di altezza.
Nel finale tutti i nodi vengono al pettine e la matrice ispirativa psychiana diviene ancora più marcata con un assassino che per tutto il tempo era travestito … Le ultime scene strizzano l’occhi ai film di 007 e lasciano lo spettatore con un mezzo sorriso divertito. Ciliegina sulla torta: la canzone dei titoli è un volgare plagio del tema di Batman.
Insomma se ci si adatta ai costumi e ai luoghi comuni dell’epoca, se si metabolizza il fatto che il film è lontano dalle promesse sessuali del titolo, Nude… si muore non è neanche malaccio, grazie ad un’ottima fotografia e ad un intreccio costruito con sapienza e un pizzico d’estro.