NON SONO VENUTA PER LUI – Lucio Mattei
Alice è una donna incinta e confusa; esasperata da un marito sempre ubriaco e sempre violento. Il suo desiderio di vendetta prende forma attraverso una bambina, che le appare durante la notte in modo inquietante. Naturalmente Alice non viene creduta dal marito e, quasi come una sfida, viene lasciata sola di notte proprio nel momento di massima paura. La bambina si interpone tra i due, finché non prede ciò che vuole …
Non sono venuta per lui è un cortometraggio girato in un interno minimal, in bianco e nero, essenziale nei dialoghi quanto nelle azioni. I bambini sanno sempre risultare inquietanti e, quella presente in questo corto, non è da meno; anche perché accompagnata dalla solita litanìa strumentale, inserita per rendere il tutto più angosciante. Le musiche di Massimiliano Achenza sono il primo elemento che si apprezza, grazie al loro fissarsi in testa per diverso tempo, il secondo è dato dall’idea della sorta di sdoppiamento della personalità in cui rifugiarsi quando ci si sente soli e minacciati.
La mente di una donna incinta, umiliata quotidianamente, picchiata e frustrata, può dare vita a elucubrazioni inquietanti, e magari la nostra protagonista vede sul serio un fantasma … o magari no. Magari è solo il suo subconscio di bambina sognatrice che chiede vendetta, e non a caso culla una bambola. Resta il fatto che grazie alla presenza di questa bambina, Alice riesce a liberarsi del marito.
Il lavoro di Lucio Mattei gode anche di una fotografia pulita sin dalla prima inquadratura, riuscitissima nell’infondere il giusto colore alla vicenda, preparandoci agli sbalzi d’umore. Peccato che la recitazione a volte stiracchiata e, soprattutto, al solito scadente doppiaggio che ci ricorda la piena amatorialità di Non sono venuta per lui.
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