MONITOR – Alessio Lauria
Paolo è un addetto al monitoraggio della vita degli impiegati di una grande ditta. Dietro uno schermo, ascolta lo sfogo di chi si chiude in stanze da Grande Fratello, elabora quanto recepito e ne rimpolpa le schede personali in maniera asettica, ai limiti dell’inumano. La freddezza del mestiere vacilla quando ascolta la voce di Elisa.
Realizzato per RaiCinema, Monitor è un piccolo grande lavoro di fantascienza drammatica nostrana, un film di settantasette minuti che sembra avere un cipiglio documentaristico, ma che non si nasconde dietro ad esso. Si tratta di un lavoro forgiato da diversi strati: quello fantascientifico in superficie, sentimentale sottopelle, documentaristico tra le pieghe della carne e drammatico nel profondo.
Monitor riesce a raccontare delle persone, del loro quotidiano, dell’angosciante ristrettezza di vivere (e morire) dentro quattro mura, della vicinanza fisica nell’agglomerato dove abitano, una sorta di enorme complesso industriale dove vita e lavoro corrono in simbiosi, e della contemporanea lontananza. Una distanza che è più facile colmare parlando di fronte ad uno schermo o ascoltando il brusio di una lavatrice a gettoni, che sollevando gli occhi dal proprio cunicolo e sfiorando l’anima vicina.
Un’opera prima non ancora matura ma calda e vivida quanto desolante.
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