MAZE RUNNER – Wes Ball
Maze Runner – Il labirinto, diretto da Wes Ball, è il primo di una trilogia di film ambientati in un futuro post apocalittico che vede Thomas (Dylan O’Brien) svegliarsi privo di memoria all’interno di una comunità di ragazzi più o meno della sua età, che vivono in una radura al centro di un gigantesco labirinto di cemento armato.
A capo della micro società sviluppatasi in quel contesto c’è Alby (Aml Ameen), che altri non è che il primo arrivato all’interno del labirinto. Per favorire la convivenza, Alby ha creato delle strutture gerarchiche e assegnato ad ogni nuovo arrivato un ruolo adatto alla propria attitudine: c’è chi si occupa della salute delle persone, chi si distingue per la grande forza fisica e altri che sanno correre molto velocemente, in modo da fuggire ai Dolenti, ragni giganteschi che popolano i corridoi bui del labirinto, ed esplorare il gigantesco labirinto per trovare una via d’uscita.
L’arrivo di Thomas altera gli equilibri nel gruppo che ormai, dopo tre anni di prigionia, ha le proprie liturgie, le proprie leggi e soprattutto è stanco di cercare invano una via d’uscita a costo della stessa vita. Thomas racchiude in sé tre doti fondamentali per un comandante: coraggio, intelligenza e carisma. Questo genera malcontento in alcuni componenti del gruppo, tra cui Gally (Will Poulter). La tensione fra i due gruppi che si creano tocca l’apice con l’arrivo dell’unica donna del gruppo, Teresa (Kaya Scodelario), ultimo essere umano mandato all’interno della comunità.
James Dashner è l’autore dei libri che compongono la trilogia di Maze Runner, trilogia che implica naturalmente un finale aperto. Il clima che si respira ricorda molto The Cube (Vincenzo Natali) per un sapore di claustrofobia e per le problematiche affrontate da una micro-comunità costretta a convivere all’interno di uno spazio delimitato, anche se qui parliamo di una radura. Il tema sotteso, anch’esso come nel film di Natali, sembra affrontare lo studio dei comportamenti umani, che divengono cavie inconsapevoli, messe di fronte ad un gorgo apparentemente senza uscita.
Maze Runner riesce ad essere molto coinvolgente, non stanca mai anche grazie ad un clima cupo e ad un certo senso di gelo che sospingono una buona dose di realismo, decisamente latitante nei teen movie degli ultimi anni.