MAX PAYNE DAYS OF REVENGE – Daniele Misischia
“Può una banale storia di vendetta trasformarsi in una crociata, con tanto di vinti e vincitori? So solo che stasera devo scendere all’Inferno un altra volta.” Il poliziotto Max Payne rientra in casa e trova la moglie distesa sul letto, zuppa di sangue. La famosa droga che circola in città e che fa schiave le persone, la Valkirya, è prodotta da un enorme multinazionale che a tutti i costi difenderà questo segreto.
La donna è morta perchè sapeva e molte altre persone legate a Payne moriranno sempre per lo stesso motivo. La vendetta di Max Payne lo trascinerà in un turbine di morte e sangue che gli farà scoprire che, nonostante il gioco sia molto più grande di lui, “A volte le pedine possono vincere il Re“.
L’idea di partenza di Daniele Misischia era rendere omaggio ad uno dei più emozionanti e ben fatti videogiochi d’azione degli ultimi anni, Max Payne, uno sparatutto in terza persona della Rockstar Game, un Noir, ben fatto, coinvolgente e di un’atmosfera raramente raggiunta nell’ambiente videoludico. Se l’idea di partenza era quella, l’intento è stato perfettamente raggiunto: un mix di dialoghi ben fatti, attori piuttosto bravi (tra i quali lo stesso Misischia, che con quell’accento del sud convince molto più degli altri), sparatorie fumettistiche abbastanza coinvolgenti e una fotografia degna di nota per essere un progetto indipendente.
Il succo di un soggetto come quello di Max Payne è ormai un clichè per il genere poliziesco, ma ciò che porta il videogioco, il film (quello prodotto in USA l’anno scorso), e questo corto “tributo” di Misischia a un altro livello argomentativo è proprio lo stile; che unisce noir a fumetto, sangue disegnato a quello reale, dialoghi scuri a inquadrature molteplici.
Ed è proprio la padronanza di linguaggio di inquadrature che fa di questo corto un’esperienza non banale. Nonostante la scarsità di mezzi, la scelta delle riprese e del montaggio sostengono la sceneggiatura nel modo giusto, sarebbe molto facile senza una tecnica adeguata trasformare un corto così in una ridicola americanata senza struttura, permeata da dialoghi al limite del grottesco e del ridicolo. Ma Misischia non lo fa, e riesce a danzare sopra quel pizzico di grottesco facendo appassionare chi ha giocato al videogioco e chi da semplice fruitore del video, sa che sta guardando un corto nello stile Sin City.
Personalmente, però, il cinema deve essere verosimile e lo stile scarno. Il crossover tra cinema e fumetto non mi ha mai appassionato (almeno nello stile Frank Miller). Per chi come me considera l’archètipo John Carpenter, vedere sparatorie fatte in After Effects in quello stile molto poco verosimile non appassiona per nulla.
Nonostante questo, nella struttura del corto di Misichia, una volta eliminate le sparatorie, lo spettatore si trova davanti a un prodotto coinvolgente e strutturato, svolto con l’adeguata maestranza di un fan di quel genere di intrattenimento.
VOTO: 6.5/10
scritto e diretto da : Daniele Misischia
con : Paolo Salvadeo, Marco Mancini, Luciano Di Girolamo, Daniele Misischia, Francesca norcia
fotografia/ montaggio : Daniele Misischia
sfx/vfx : noose – industry
ass.regia/fotografia : Giacomo Gabrielli
musiche : Kartsy Hattakka & Kimmo Kajasto (from the MAX PAYNE O.S.T.)
songs by : nine inch nails, Mudvayne
fotografa di scena : Silvia Quartullo