LANGLIENA – Emiliano Ranzani
Un registratore raccoglie la testimonianza di un ragazzo che ha vissuto una terribile esperienza; nel silenzio della stanza riecheggiano solo le sue parole e lo scorrere del nastro. La curiosità l’ha spinto ad entrare in una sorta di cascina abbandonata in una montagna, qui vi ha trovato una serie di attrezzi da macellaio sporchi di sangue, catene che pendono dal soffitto cigolando con un rumore metallico che squarcia il silenzio dell’oscurità. Proprio in essa si nasconde il pericolo: una delle tante incarnazioni del terrore che ha bisogno di cibo.
Una cupa fotografia imprime sulla pellicola un cortometraggio che in meno di sei minuti raccoglie elementi necessari per instillare la giusta dose di inquietudine. Emiliano Ranzani lavora egregiamente su un plot sicuramente non originale, coadiuvato dalla competente fotografia di Mauro Regis e da un montaggio, curato da lui stesso, ben dosato e scorrevole. Langliena riesce a mantenere un’aura di sporco e deviato che si trascina sino all’ultimo frame, giostrando l’azione sul protagonista Omar Ramero, la cui curiosità l’ha spinto sull’orlo di un pozzo buio.
Egregi gli effetti speciali ed il make-up curati da Emanuele De Luca sia per la resa della creatura sia per le atrocità diffuse in Langliena. Personalmente avrei mantenuto la creatura ancora di più velata dall’oscurità (come fatto nella scena finale), ma resta solo un dettaglio nell’immenso lavoro del truccatore. Il film è dedicato a Rosario Prestopino (collaboratore di Fulci, Soavi, Deodato e molti altri) recentemente scomparso.