LA CASA SFUGGITA – Ivan Zuccon
Uno scrittore a caccia di una storia segue le infinite scie di sangue che s’intrecciano per poi spezzarsi tragicamente in una vecchia locanda, dove gli orrori del passato ancora riecheggiano, calamitandone altri in un unico, oscuro groviglio di destini.
Gli amanti di H. P. Lovecraft non sono certo pochi, e non pochi sono i tentativi di trasposizione per il grande schermo, eppure stranamente (sarà una maledizione?) restano tutti nell’ombra. Ovviamente per molti è assolutamente meglio così, ma questo non è il caso di La Casa Sfuggita.
Una pellicola che a vederla piange veramente il cuore a saperla relegata nel sottobosco delle produzioni indipendenti. Saper rendere per immagini la tensione mantenuta sempre sul filo con maestria da HPL non è davvero semplice, ma in questo film Ivan Zuccon ci riesce egregiamente. E ci si può solo chiedere cosa sarebbe riuscito a fare con sponsor danarosi. Di tecnica e di stile in questo film ce n’è da vendere e per quanto mi riguarda andrebbe sottoposto in stile A Clockwork Orange a certi registi che dovrebbero vergognarsi per aver portato sul grande schermo emerite boiate, con tanto di fuochi d’artificio e trombe d’annunciazione.
Tre storie si rincorrono e si mescolano lungo tutta la pellicola, tanto da confondersi, punto che è stato mosso a critica da alcuni, ma che a mio avviso rendono ancora più palpabile la tensione e il senso di un destino comune, il limite gelatinoso tra sogno e realtà, tra passato e presente. Perché è vero, le storie narrate sono 3 (e 3 sono i racconti da cui trae ispirazione il film: “La casa Sfuggita“, “La musica di Eric Zann“, “La casa stregata“), ma la storia di fondo è una sola, innestata su una radice che sprofonda nello spiritismo, nell’occulto, nella stregoneria. Il mescolarsi a volte disorientante di queste storie certo, può non piacere a chi non ama “perdersi”, ma contribuisce indubbiamente all’atmosfera fumosa e alla sensazione di una storia che si ripete nei secoli sempre uguale ma sempre diversa, dove cambiano i protagonisti e le modalità ma il canovaccio resta intatto.
Tributi di sangue vengono richiesti e versati in quella locanda, costruita secondo formule geometriche ben precise che sembrano avere la proprietà di portare gli occupanti alla follia omicida e (auto)distruttiva, secondo il progetto di una presunta strega ivi giunta in esilio e che ancora si aggira per quelle stanze cariche di morte e alienazione, pretendendo ulteriori sacrifici.
Il film è visibilmente e amorevolmente curato su tutti i fronti: la luce a tratti teatrale e caravaggesca crea atmosfere intense e (drammaticamente) poetiche, le musiche e gli effetti sonori piazzati al momento giusto tengono alto il livello di pathos e tensione, gli stacchi e i cambi di scena creativi, con un continuo gioco di inquadrature, rendono sapiente e fluido l’interlacciamento tra le storie e le epoche, la fotografia e l’estetica sono sempre eleganti e ricche di stile. Si direbbe che la lezione dei grandi del passato sia stata ben metabolizzata e ormai incorporata nel proprio DNA da Zuccon.
Due pecche sono però da segnalare (facilmente risolvibili comunque con un budget un po’ più pingue): un audio a volte non proprio perfetto che in alcuni tratti risulta fastidioso, e i due attori protagonisti della storia nostra coeva che fa da filo conduttore, non molto convincenti, sicuramente non al pari degli altri dignitosissimi interpreti che contribuiscono decisamente alla riuscita del film.
Un film esteticamente bello in modo quasi puro, oltre che “thrilling”, in grado di far trasalire e inquietare senza bisogno di scadere nel trash o nello splatter esagerato. Peccato che la fuga dei cervelli colpisca anche l’arte e film come questo vengano distribuiti ovunque tranne che in terra natìa. Avercene …
VOTO: 8/10
Regia, Fotografia, Montaggio: Ivan Zuccon
Soggetto: Howard Phillips Lovecraft
Effette Speciali, Trucco: Massimo Storari
Musiche: Acid Vacuum
Produzione: Studio Interzona
Interpreti: Giuseppe LoRusso, Federica Quaglieri, Emanuele Cerman, Silvia Ferreri, Michael Seagal, Cristiana Vaccaro