LA BALLATA DELL’ODIO E DELL’AMORE – Álex De la Iglesia
Questa è la storia di Javier (Carlos Areces) che, seguendo le orme del padre e del nonno, decide di diventare un clown. Siamo nel 1937 in piena Guerra Civile spagnola, il padre di Javier è il Pagliaccio Tonto (Santiago Segura), interrotto durante uno spettacolo circense e reclutato di forza (con ancora il trucco, la parrucca e gli abiti di scena da donna) da un gruppo di partigiani repubblicani per combattere contro i soldati franchisti. Con un machete trucida gran parte del plotone, diviene prigioniero di guerra e viene condannato ai lavori forzati: costruirà una croce colossale insieme agli altri miserabili prigionieri!
Con un balzo veniamo proiettati nella Spagna del 1973, sotto la dittatura di Franco, Javier, come egli stesso afferma, non è mai stato un bambino: la guerra gli ha tolto l’infanzia, la famiglia ed il sorriso; su suggerimento del padre disegna una lacrima sul viso divenendo il Pagliaccio Triste.
Javier trova lavoro nello strampalato circo di Jefe De Pista dove incontra Sergio (Antonio de la Torre, Volver, 2006), il suo alter ego, il pagliaccio Tonto. Sergio di giorno è un carismatico clown amato dai bambini e di notte è il brutale amante dell’attraente acrobata Natalia che, con un vorticoso sguardo a testa in giù, ammalia l’indifeso Javier con la sua bellezza, conducendolo verso la follia (auto)distruttiva.
Àlex De La Iglesia strizza l’occhio a Hitchcock e a Tarantino, soprattutto nel monumentale finale, si spira a Satine di Moulin Rouge (Baz Luhrmann, 2001) per la protagonista, mentre il ghigno bestiale di Sergio e Javier (con la sua permanente maschera) ricordano, rispettivamente, il volto deturpato di Due Facce e il delirio omicida di Joker, entrambi protagonisti del Cavaliere Oscuro creato dalle matite di Bob Kane e Bill Finger. Non sazio De La Iglesia cita Ichi the Killer (Takashi Miike, 2001), “ognuno di noi ha una parte sadica e masochista”, e immette anche la straziante follia clownesca felliniana, inserendo l’italiana interpretazione di Ninì Rosso (da cui trae spunto anche per il titolo) e, infine, attinge dalla sanguinosa storia della Spagna per rendere la brodaglia più corposa (nel 1973 l’ETA, con cento chili di tritolo, attentò alla vita di Luis Carrero Blanco, all’epoca considerato come un possibile successore del dittatore).
Premiata con il Leone d’Argento per la Miglior Regia e il Premio Osella per la Miglior Sceneggiatura alla 67^ Mostra del Cinema di Venezia (per la gioia del suo presidente, Quentin Tarantino), La ballata dell’amore e dell’odio è una pellicola drammatica, violenta, surreale e dissacrante. La guerra fa da scenario, si respira in ogni fotogramma, la miseria e la devastazione attanagliano tutti gli strambi personaggi che precipitano in un delirante abisso insanguinato.
La frase: … se non fossi un pagliaccio sarei un assassino(!)
2011 – Premio Goya: Nomination Miglior colonna sonora a Roque Baños
2011 – Cinema Writers Circle Awards: Nomination Miglior colonna sonora a Roque Baños
2011 – Spanish Music Awards: Nomination Miglior colonna sonora a Roque Baños
Tracklist
1. Titles (02:14)
2. North Station Battle (03:02)
3. Dad Priest (02:09)
4. Revenge (03:04)
5. Circus Freaks (05:02)
6. Blue Beard (03:18)
7. Pass Me the Boy (01:23)
8. Love at Park (03:01)
9. The Terrible Dream (04:15)
10. Escapes (03:34)
11. Hidding in the Forest (04:29)
12. Encounters Javier (03:19)
13. Boys Doesn’t Love Me (02:44)
14. Way to the Fallen Valley (02:03)
15. Climbing up the Cross (05:45)
16. Fighting for Her Love (04:34)
17. Final Tragedy (04:21)
18. Balada de la Trompeta (03:40)