KILLER JOE – William Friedkin
William Friedkin con Killer Joe, segna un ritorno alla regia in grande stile, grazie anche alla sceneggiatura di Tracy Letts, vincitrice del premio pulitzer, che ci racconta di Joe (Matthew Mc Conaughey), spietato killer assoldato da Chris (Emile Hirsch) per uccidere la madre allo scopo di intascare la succosa polizza assicurativa sulla vita.
Chris è un poco di buono, pieno di debiti, con un padre e relativa nuova compagna non propriamente stinchi di santo. Nella famiglia l’unica eccezione sembra essere la sorellina Dottie (Juno Temple) che con la sua purezza, la sua innocenza e il suo essere continuamente fuori dal mondo, riesce a trasportare Chris in una dimensione temporale scevra da ogni problema e frustrazione. Un pensiero, però, si annida nella mente di Chris ed è come un lungo chiodo affilato, ricurvo e ben piantato nella testa: ottenere quei soldi per risolvere la sua angosciosa situazione. Il problema è che Joe, per fare bene il suo lavoro. vuole delle garanzie, esige una parte consistente di anticipo che le condizioni disagiate di Chris non gli consentono di versare. A questo punto il “figliol prodigo” decide di coinvolgere anche suo padre, la compagna e la sorellina Dottie …
Sin dalla bizzarra trama è possibile immaginare come Killer Joe sia uno di quei film che colpiscono per le ambientazioni tipiche dei pulp di tarantiniana memoria; immerso nello scenario del Texas, Dallas, con dialoghi ricchi di slang rudo e crudo da macho, tipico della prateria. Per certi versi il film di Friedkin riporta alla memoria alcuni racconti di Joe R. Lansdale, anche se molto più subdoli e sottili nella loro perversione,grazie ad una sceneggiatura così ben scritta e recitata (in particolare un plauso va fatto a Mc Conaughey e Temple), che rendono assolutamente piacevole la visione del film.
Killer Joe era già arrivato in Italia molto tempo prima mediante una trasposizione, teatrale stavolta, interpretata da Francesco Montanari (il Libanese di Romanzo Criminale-La serie).