KICKBOXER – David Worth, Mark DiSalle
Kurt Sloane (Jean-Claude Van Damme) è deciso a vendicare il fratello Eric, costretto sulla sedia a rotelle dopo essere stato sconfitto dal temibile Tong-Po (Michel Qissi) durante un incontro di lotta. Kurt incontra l’anziano maestro Xian Chow che lo forgia nel dolore, preparandolo nella Città Morta ad affrontare il proprio nemico.
Come venne fatto notare ai tempi, Rocky 4 di Sylvester Stallone fu precursore assoluto di questo film abilmente diretto da David Worth e Mark DiSalle, incapaci sì di trincerarsi dietro plot dagli intrecci fantasmagorici o interpretazioni ben impacchettate per la cerimonia degli oscar, ma furbi nell’abusare di trame già viste e riviste e frastornare lo spettatore con una buona iniezione di action e discrete coreografie capaci di far dimenticare il prevedibile finale.
Tong-Po diviene il nuovo bad guy, dopo il Bolo Yeung di Senza esclusione di colpi, implacabile e genuinamente antipatico, pronto sin dalle primissime scene ad essere martoriato dai calci di Jean Claude Van Damme in parte, nel periodo della sua continua ascesa tra nel mondo delle pellicole action hollywoodiane. Kickboxer è un ottimo prodotto per chi adora un certo tipo di cinema, gratificato da una regia dinamica che evita l’effetto straight to video tipico di centinaia di pellicole di genere ottantiane.