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JOSEPH TITO – Intervista

Written by Giulio De Gaetano

Il Ravenna Nightmare Film Festival è soprattutto concorso internazionale di lungometraggi, ma non solo. E’ anche importante vetrina e terreno di test di gradimento per pellicole fuori concorso, proiettate in prima nazionale, come nel caso di Death of the Virgin, thriller psicologico girato quasi interamente in Italia sotto la direzione di Joseph Tito, già direttore di ben altro tipo di film indipendenti (Balla che ti Passa), con la sua Jeo Productions e che giunge ora a cimentarsi col genere tanto caro a noi orrorofili. Abbiamo quindi raggiunto Joseph per una piacevole intervista-chiacchierata pre-proiezione.

Joseph, sarà un’intervista un po’ particolare poichè siamo ancora all’oscuro del tuo film (sarebbe stato proiettato come penultimo film della serata, l’intervista si è tenuta nel pomeriggio di sabato, Ndr). Puoi anticiparci di che genere di film si tratta?
Death of the Virgin è un thriller psicologico, un thriller ricco di suspence, in America è stato stilisticamente paragonato alla vecchia scuola italiana sulla scia di nomi come Dario Argento. Non è un horror hard-core, ma in fondo ormai è diventato difficile definire il genere … cos’è horror al giorno d’oggi? Horror è Saw, Hostel, Final Destination. Sono stato a vedere Final Destination in 3D ma è stato triste: mentre sullo schermo i protagonisti venivano uccisi, in sala il pubblico rideva … ecco perchè non direi che Death of the Virgin è propriamente un horror, viene dato più spazio alla storia che alle immagini esplicite, è un film incentrato sui personaggi, è ricco di indizi da seguire, dettagli importanti a cui prestare attenzione disseminati lungo tutto il film. Sono importanti le inquadrature di dettaglio, la musica pensata per creare suspence … è un film che ti accompagna lungo un viaggio e penso che sia ciò che un buon film debba fare. Quindi sì, lo definirei un thriller ricco di suspence.

Joseph Tito

Raccontaci qualcosa sullo stile del film.
Beh, sinceramente sono un po’ nervoso perchè è la prima volta che il film viene proiettato in Italia. L’abbiamo presentato in America e so qual’è stata la risposta del pubblico americano, è stato apprezzato come un film artistico poichè ci sono molti riferimenti all’arte di Caravaggio, ogni assassinio ricalca la scena di un quadro di Caravaggio e anche il modo in cui l’abbiamo girato, le luci, la fotografia … abbiamo cercato di rendere le sensazioni e i colori dei suoi quadri con dei chiaro-scuri marcati, le scene per metà illuminate e per metà buie. Quindi ora sono curioso di sapere quale sarà la risposta del pubblico italiano, anche perchè in America è stato definitio un film “europeo”, molto “spagnolo” per via dei colori e delle luci. In effetti nella direzione del film sono state seguite due direttrici: io mi sono proteso verso uno stile più americano mentre Silvio (Oddi, Ndr) ha seguito uno stile più italiano quindi c’è un po’ questo sapore d’Italia, anche perchè è stato in gran parte girato in Italia in locations favolose. Siamo stati nella chiesa dal XXIV secolo dove Caravaggio è stato battezzato, in una villa del XVI secolo con arredi originali nelle Langhe, abbiamo poi girato a S. Bernardino che per gli americani è una meta da sogno. C’è molto dell’Italia in questo film e sono curioso di vedere la reazione del pubblico.

Le tue impressioni a caldo?
Posso dirmi soddisfatto del prodotto finale, ovviamente è una produzione low-budget e avrei voluto avere più fondi a disposizione per gli effetti speciali, ma in fondo la scelta di dare un taglio psicologico ci ha aiutato a bypassare il problema dei fondi. E poi in alcuni dei migliori film non ci sono nemmeno effetti speciali, nè horror o sangue, come per esempio Rosemary’s Baby, non si vede nulla di esplicito eppure è terrificante … uno dei problemi coi film di oggi è che mostrano tutto, mentre penso che meno si vede e meglio è, così l’immaginazione fibrilla …

Uno dei problemi maggiori in Italia è la produzione: è difficile trovare produttori che abbiano voglia di investire nonostante, come è riscontrabile anche qui a Ravenna, qualsiasi sala che proietti un horror si riempie …
Sì è vero, specialmente in questo periodo, ci sono pochi soldi quindi la gente va volentieri al cinema. Ma vedi, un mio amico è un grosso produttore in America (ha vinto anche un Oscar quindi ti parlo di un nome importante) e lui stesso dice che in America le uniche cose che portano la gente al cinema sono la Marvel, i fumetti, o le commedie romantiche alla Jennifer Aniston. E’ vero, le sale sono piene, ma i film che attirano il pubblico sono quelli, mentre il mercato indipendente è un po’ abbandonato a sè stesso.

Joseph Tito3

Diversi anni fa poi i tempi di distribuzione erano diversi rispetto ad oggi. Il film veniva distribuito prima nelle sale e poi lo si trovava in VHS diciamo 1-2 anni più tardi…ora il tempo di attesa per il DVD si aggira sulle 4 settimane …
Alcuni distributori usano anche l’opzione “VOD” (Video On Demand, Ndr) e rilasciano il film a noleggio contemporaneamente alla proiezione nelle sale, così ovviamente le persone preferiscono rimanere a casa a guardare il film con tutta la famiglia, al comodo, senza dover avere noie come il parcheggio, la coda. Ovviamente questo processo è amplificato dal progresso dell’home entertainment: grandi schermi e sistemi audio surround … perchè andare al cinema a quel punto?

Essendo questo il panorama attuale, come ti stai muovendo per promuovere e vendere il tuo film?
Negli Stati Uniti abbiamo diversi agenti che sono interessati e per adesso ci siamo concentrati sul mercato americano. Per quanto riguarda il mercato europeo e italiano, stiamo puntando ai festival che sono un’ottima vetrina di promozione. In Italia siamo stati invitati qui a Ravenna e poi contatteremo distributori come Lucky Red, Medusa, che ora stanno sviluppando una sezione horror. Si sono finalmente accorti che l’horror rende …

In effetti guardando solo l’ultimo anno, sono stati presentati nei cinema ben tre film horror nostrani (Smile, Visions, Imago Mortis) che per la norma italiana è abbastanza strano …
Beh, perchè in Italia per molto tempo gli horror sono stati considerati B-movies mentre ora si stanno accorgendo che è un mercato redditizio, e se vai al cinema almeno in 2-3 sale vengono proiettati horror.

death of the virgin poster

In Death of the Virgin compare anche un’attrice cara a noi italiani…
Sì, Maria Grazia Cucinotta. E’ stata una bella esperienza lavorare con lei, era al suo primo horror e da una star del suo calibro ti saresti aspettato che si comportasse da diva, cosa che non è stato. E’ arrivata preparata ed è sempre stata alla mano con tutto il cast e la crew, una persona splendida. Nel cast poi abbiamo avuto attori da mezzo mondo, dal Canada, dagli USA, dall’Inghilterra, dal Portogallo, ed è stato molto stimolante lavorare in un ambiente culturalmente così variegato. Poi quando dirigo io sono terribile, li tratto veramente male, mi piace scoprire le cose che li fanno incazzare e usarle per spronarli …

E per quanto riguarda la musica?
La musica è stata composta da Luigi Maiello, che lavora al conservatorio di Roma e ha mescolato uno stile contemporaneo sulla linea di Stockhausen (rumori, grida di bambini, suoni di vario genere) con musiche molto classiche sulle stile di The Others, che è un film che amo ed è stato anche musicalmente di grande ispirazione.

Quali saranno le tue prossime mosse in Italia?
Abbiamo in programma una proiezione a Roma solo per i distributori e gli agenti, perchè ovviamente è meglio far loro vedere il film in un cinema che mandare il DVD e lasciare che lo guardino a casa con mille distrazioni, specialmente per un film come questo, in cui devi ascoltare, seguire lo svolgimento, perchè ogni piccolo dettaglio è importante. Ci sono dei flash-forward, per esempio la scena in cui compare per la prima volta una ragazza, viene inquadrata in modo da mostrarla senza testa, e questo personaggio poi viene decapitato. Sfortunatamente però, io non conosco il pubblico italiano ma conosco quello americano, e il pubblico americano non vuole pensare, vuole solo essere intrattenuto per quelle 2 ore. Vogliono splatter, vogliono sangue, non gli interessa la storia. Comunque l’idea è di fare delle proiezioni e poi come ho detto, presentarlo a più festival possibili, l’abbiamo presentato al Sundance, allo Slamdance, a Berlino …

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Ho molti progetti per il futuro. Death of the Virgin è parte di una trilogia. Cosa farò ins eguito dipende quindi dalla risposta che avrà questo film, se funziona seguiranno un sequel e un prequel, altrimenti, ho già in mente altri progetti a cui dedicarmi.

Non ci resta che vedere il tuo film …

 

Posted in Cinema and Interviste by Giulio De Gaetano on dicembre 8th, 2011 at %H:%M.

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