JIMMY BOBO: BULLET TO THE HEAD – Walter Hill
Un poliziotto corrotto è l’obiettivo inquadrato da Jimmy e dal suo fidato braccio destro, Louis Blanchard. Un uomo la cui vita è stata comprata tramite intermediario e che finisce nelle mani dei due. I sicari compiono un lavoro pulito, preciso, sono talmente tranquilli da finire in un pub a bere. Finché il coltello di un altro killer, Keegan, non finisce nel corpo di Louis, uccidendolo. È quello il momento in cui Jimmy, meglio noto come Jimmy Bobo, si incazza.
Spalleggiato dopo una serie di circostanze da un poliziotto, Taylor Kwon, e dopo aver subito pure il rapimento della figlia, Jimmy si scaglia contro gli emissari del suo tentato omicidio, fregandosene delle collusioni in atto tra criminalità e polizia.
L’accoppiata Walter Hill e Sylvester Stallone così tanto sbandierata sembra voler afferrare lo spettatore per il colletto (logoro e madido di sudore), scagliandolo direttamente indietro agli anni ’80, una decade dove l’action hollywoodiano ha proliferato e dove tante star, Stallone incluso, hanno iniziato seriamente a mettersi in mostra nel mondo intero. Ma fermi tutti, non si tratta di operazione nostalgia con tanto di facile ironia e slapstick a go-go, proliferazioni vintage o tastiere con volume superiore a quello delle chitarre, quanto di un film diretto nel ventunesimo secolo con cipiglio fortemente eighties.
Per cui ben venga la simil-compostezza formale di un Walter Hill (I guerrieri della notte, Danko, 48 ore) in gran forma o la testardaggine di un Sylvester Stallone che non ne vuole sapere di abbassare la cresta, specialmente se supportati da una sottile ironia che si innesta all’interno di un corpo dall’intelaiatura d’acciaio temprato dall’azione, permettendo strizzatine d’occhio e ammiccamenti vari ma anche violenza spietatamente correlata al carattere del sicario.
Peccato solo che Bullet to the head risulti fuori tempo massimo, sia per gli anni ’80 che per gli ’00, incapsulandosi all’interno del limbo di quelle pellicole che si lasciano vedere ma per cui non è semplice mantenere il cervello attaccato al corpo per seguire una comunque presente trama. Spari, inseguimenti e lotte corpo a corpo ci piacciono, ma veramente riusciamo tutt’oggi a gustarcele in questo formato sgranocchiando il pop-corn in sala? Buono ma inutile.