IT FOLLOWS – David Robert Mitchell
Una strana figura nel fondo di una stanza, una presenza che si intravede all’orizzonte, un essere che lentamente ma inesorabilmente avanza. L’appena maggiorenne Jay, dopo un rapporto sessuale, si ritrova inseguita, osservata, perseguitata da una “presenza” … silente, incombente e mortale.
It follows, sin dal titolo, sussurra nello spettatore la sensazione che c’è qualcosa che ci spia, e non si tratta di una persona, un molestatore o voyeur, ma un’entità che vuole la tua vita e, per prendersela, è pronta ad inseguirti fino alla fine dei tuoi giorni. Figlio di una filmografia anni ottanta, della paura dell’aids, delle ombre che si nascondono dietro la finestra del vicino, David Robert Mitchell dirige con spirito ottantiano (in diversi frangenti i seventies aleggiano), con telecamere fisse che, tramite zoom, si avvicinano alla vittima designata. Uno stile asciutto e asettico, quanto personale e funzionale; un modus agendi elaborato nel suo essere grezzo.
It follows nasce con spirito indie, si riempie di citazioni cinematografiche quanto letterarie, e ci trascina in un’angosciante e lungo inseguimento, una trappola mortale se volete banale nella sua origine da leggenda metropolitana, ma terrificante nella sua semplicità. Accostatevi a It follows con il giusto timore, godetevi l’utilizzo di suoni e colonna sonora vintage e … ricordatevi di non chiudervi dentro stanze dove vi è una sola uscita.
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