INSIDIOUS 3 – Leigh Whannell
Quinn Brenner ha da poco perso la mamma per un cancro e tenta in ogni modo di contattarla, motivo per cui si rivolge a Elise Rainier, sensitiva da tempo distaccatasi dal mestiere in quanto un misterioso fantasma, una vedova nera, tenta di ucciderla quando la medium attraversa il confine tra i piani dell’esistenza. Quinn, nel suo maldestro tentativo di contattare la madre, richiama un’altra presenza, l’”uomo che non respira”, e la sua vita inizia ad essere in pericolo.
Elise, dopo tanti ripensamenti, si fa forza ed affianca la giovane per tentare di strappar via l’anima che il fantasma sta via via succhiando via alla giovane.
Terzo episodio in ordine cronologico di uscita, dopo Insidious (2011) e Insidious 2 (2013), anche se temporalmente inserito prima dei fatti narrati nel capostipite. La saga passa dalle mani di James Wan (qui solo produttore) a quelle di Leigh Whannell, collaboratore del precedente regista anche per Saw – L’enigmista e Dead Silence, e il passaggio si nota, anche se bisogna subito elogiare il regista per la sapienza con cui dosa i tempi del terrore. Certo, nessuno griderà al miracolo e buona parte degli spaventi sono infusi da effetti sonori sorretti da un alto livello di decibel, ma la sottile inquietudine, la costante immersione nella paura, la linea di tensione che sembra non voler mai abbandonare la scena, rendono Insidious 3 non solo mera scelta commerciale.
Punti dolenti lo stacco ironico dato dalla presenza dei (finti) cacciatori di fantasmi Tucker e Specs e l’assurda assenza di spiegazione delle origini o motivazioni dell’”uomo che non respira”, che rendono la seconda parte meno incisiva rispetto alla prima. Insidious 3, comunque, rappresenta un buon capitolo, sicura iniezione di paura da vedere rigorosamente al buio e col volume alto.
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