INSIDE – Daniele Misischia
Parlare di un film come Inside di Daniele Misischia è impresa ardua per due motivi; innanzitutto perché si rischia, seriamente, di svelarne twist e svolte narrative che, inevitabilmente, ne svilirebbero la visione, in secondo luogo perché esiste il pericolo concreto di farsi travolgere dall’entusiasmo.
Allora togliamoci subito il dente e diciamo che l’opera a basso budget del regista romano è di quelle che, nella giungla del panorama underground indipendente italiano, si innalza rispetto a tutte le altre. Se infatti, spesso, ci si trova ad analizzare medio o lungometraggi filtrandoli attraverso la cortina della “relatività” (soprattutto rispetto ai mezzi tecnici ed umani, solitamente no-budget), stavolta non si può e non si deve farlo: Inside è un bel film, punto e basta, tosto, recitato benissimo, costruito a regola d’arte e in grado di tenere lo spettatore incollato di fronte allo schermo dall’inizio alla fine.
Detto questo inoltriamoci, timidamente, nel disvelamento della linea narrativa (ma niente spoiler): a fine serata una coppia rientra all’interno della propria villetta ma, nel momento in cui l’uomo si allontana per andare a comprare le sigarette, due ladri trovano la strada spianata per intrufolarsi, fare razzia e tenere sotto scacco i fidanzatini. Ovviamente c’è qualcosa che non quadra … nel passato della coppia, c’è una donna che ora è solo un ricordo sbiadito incastonato su una foto in bianco e nero …
Daniele Misischia è nome già molto noto nel panorama italiano, anche per i lettori di Through The Black Hole, per lavori come Reality, la serie ispirata a Silent Hill, Max Payne, oltre che per Flashback. Con Inside riesce a centrare ancora maggiormente l’obiettivo, con un aggiustamento del tiro che trova una perfetta quadratura del cerchio. L’ultimo lavoro in ordine di tempo è il fan movie Resident Evil: Underground, dimostrazione ulteriore che, in fondo al pozzo nero, c’è ancora speranza per l’umanità (artistica).