INSANITARIUM – Jeff Buhler
L’idea di base dell’opera prima di Jeff Buhler assomiglia molto al celeberrimo Shock Corridor di Samuel Fuller, ovvero il fingersi pazzo per indagare all’interno di un istituto psichiatrico, quello che praticamente fa il protagonista Jack (Jesse Metcalfe), preoccupato perché non ha più avuto notizie di sua sorella, ricoverata per una crisi psichiatrica.
Il paragone, però finisce qua, perchè per il resto Insanitarium si trasforma in una sorta di “Hospital Horror” con il solito medico pazzo (Peter Stormare) che ha inventato un siero per guarire gli schizzati, che in realtà li trasforma in mostri cannibali contagiosi, con tanto di occhi fuori dalle orbite e follia assassina.
Nonostante alcuni momenti ricordino le atmosfere del bellissimo The Dead Pit di Brett Leonard, siamo di fronte ad un’operetta alquanto ridicola, con citazioni a più non posso che partono da Romero fino ad arrivare ad Hannibal Lecter, spruzzi di sangue sulle pareti, azzannamenti, scarnificazioni e squartamenti in un’assurda parata del già visto e sentito. Persino il buon Stormare, che dopo Dancer in the Dark ha smesso di fare cinema dedicandosi al ruolo di gigionesco frankenstein del nuovo millennio in filmini da cinema merendero, non riesce a essere convincente, pur essendo l’unico nel cast ad avere esperienza.
Ma quello che scende ai minimi livelli è il livello di credibilità dell’intero progetto oltre all’impenetrabile mistero della sua utilità anche agli infimi bassifondi del cinema di puro intrattenimento, l’unica scena degna di nota è la lobotomizzazione istantanea di uno dei fuggitivi, con tanto di spiegazione scientifica. Ma a questo punto basta guardarsi il terrificante Session 9 se si cercano le sensazioni forti. INSANITARIUM può offrire soltanto il weido involontario di un imberbe filmaker ancora alle prime armi. Speriamo che in futuro Buhler ci regali qualcosa di più interessante, intanto evitate questo suo “folgorante” esordio.
Regia, sceneggiatura: Jeff Buhler
Cast: Jesse Metcalfe, Dale Waddington Horowitz, Olivia Munn, Molly Bryant
Fotografia: Robert Hauer
Musiche: Paul D’Amour