IN VIAGGIO CON CECILIA – Mariangela Barbanente, Cecilia Mangini
La Puglia è la sua bellezza, in qualche modo eterna ma non per strutture dalla portata intercontinentale (come il Colosseo o la Torre di Pisa), quanto per un’atmosfera unica che sembra trascinare nell’aree un odore antico, sapore di terra accarezzata dal sole e coccolata dal mare. Una regione turistica dove sono coltivate contraddizioni su contraddizioni, come in altre terre della nostra penisola.
Nell’estate del 2012 Mariangela Barbanente e Cecilia Mangini, registe de In viaggio con Cecilia, attraversano la loro terra natia, filmando squarci di una realtà vivida e pulsante, ed effettuando un confronto con sequenze di repertorio, fotografie e momenti sospesi nel tempo attraverso parole, suoni e colori; grazie anche al revival di sensazioni trapelate dai documentari impressi nella memoria dalla telecamera di Cecilia Mangini negli ormai così lontani anni ’60.
L’eco dei suoni dell’acciaieria più nota del nostro Paese diventano assordanti quando vi è lo strappo presente / passato (/ futuro?) nel momento in cui Cecilia e Mariangela scavano dalla terra un retaggio agricolo che diminuisce la propria portata con l’avanzare dell’acciaio, in una specie di benessere per gli abitanti di Taranto ma, al contempo, di condanna per quello che sarebbe comparso sotto forma di “male” diversi anni dopo. Ma è così ovvio stanare gli artefici di questa crescita industriale, metterli sulla gogna e cantare ritornelli “verdi” oppure, anche se con un destino segnato, l’arrivo del progresso ha avuto il suo dazio da pagare? Discussioni così complesse, impossibili da argomentare oggettivamente ma, ancora una volta, simboli di una Puglia le cui incertezze non sotterrano un respiro unico.