IL MULINACCIO – Vincenzo Bellini
Un uomo preso da un impeto nostalgico, si reca nei luoghi che frequentava da piccolo, cercando di riviverne alcuni momenti, negli anni in cui credeva che il bosco fosse popolato da fate, spiriti e folletti. il bosco è sempre stato un ambiente inquietante, ha affascinato e intrigato, è sempre stato presente nelle favole dei bambini ma è anche stato luogo di eventi oscuri, attorno ai quali sono nate leggende e storie.
Il protagonista della storia, infatti, sebbene adulto, avverte ancora la suggestione di una tragica storia, una mostruosità avvenuta un secolo fa: una bimba trovata morta in un laghetto nei pressi di un vecchio mulino abbandonato. La bambina è stata violentata e uccisa mentre il suo aguzzino non è mai stato smascherato. L’uomo non sa se questa sia una storia vera ma, comunque, avverte la presenza di qualcosa di oscuro e inquietante intorno a quei luoghi. La storia di cronaca nera dona l’input a un turbine di ricordi, emozioni, paure e sensazioni cupe, mentre gli alberi, impregnati del male che hanno visto, trasmettono angoscia e tristezza, innervosendo l’uomo che lascia riaffiorare i ricordi di una storia che potrebbe non essere solo frutto della fantasia.
La pellicola di 28 minuti si basa su un racconto denominato “i bambini perduti nel bosco“, presentato alla prima edizione del festival di cortometraggi di genere di Villanova, in cui si narrano gli orrori avvenuti nel bosco di Scandicci, con il passato che torna pretendendo la chiusura dei conti. In questo particolare estratto il regista rievoca la storia aprendo una finestra temporale attraverso un flashback accompagnato da una parte dialogata ed una narrata.
La necessità di dare un taglio realistico comporta delle scelte: descrivere luoghi esistenti (le campagne fiorentine nei pressi di Scandicci), attenersi a eventi di cronaca (la morte della bambina) e utilizzare la lingua del luogo (con tutte le inflessioni toscane di contorno).
Gli attori sono convincenti, peccato solo per la bambina che sembra essere troppo cresciuta per correre dietro agli orsacchiotti, soprattutto se si tiene conto del fatto che l’avvenimento si è svolto nel 1894. Emozionanti le musiche e affascinanti le locations, mentre la fotografia avrebbe potuto essere maggiormente incisiva per esaltare la bellezza dei luoghi. Il convergere di tutti questi elementi permette a Il Mulinaccio di essere un cortometraggio coinvolgente, in grado di stimolare nello spettatore il desiderio di saperne di più sulle storie fascinose che aleggiano intorno ai luoghi.
VOTO: 6.5/10
Regia: Vincenzo Bellini
Cast: G. Toccafondi, P. Bellini, V. Accardo, A. Santucci