IL BOSCO FUORI – Gabriele Albanesi
Una giovane coppietta viene aggredita da un branco di sadici alla ricerca di facili prede. Un uomo e una donna li salvano e invitano a ristorarsi nella loro dimora. Un bosco irto di mistero custodisce la loro casa, solo chi vi entra può venire a conoscenza del terrificante segreto che essa nasconde. Se volete entrare fatelo ma … a vostro rischio e pericolo!
Il Bosco fuori è il film che sta consacrando, non solo nell’ambito nazionale ma anche in quello internazionale, il giovane regista Gabriele Albanesi. Per questa pellicola sono stati assoldati grossi nomi del calibro di Sergio Stivaletti, vecchia gloria del make-up & special effects, ed i Manetti Bros. che insieme alla NEROFILM lo hanno prodotto.
Il film risente di errori dettati dall’inesperienza del giovane regista, d’altronde parliamo del suo primo lungometraggio. Poco conta che la sceneggiatura sia lineare, molte volte la semplicità regala lezioni di stile uniche … basta che non si tramuti in banalità. A mio avviso Albanesi avrebbe dovuto puntellare il film giocando di più sulla relazione tra i due giovani, oltre che caratterizzarlo fin da subito con il ritmo regalatoci solo nel finale.
Sono bellissime, durante le sequenze iniziali, le scene di vita privata della coppia di ragazzi, sia nella fase più sentimentale che in quella di crisi. Peccato non siano state sviluppate, sicuramente avrebbero dato un maggiore pathos, necessario per iniettare la tensione tanto cercata.
Inconcepibile, per un film di questo genere, la presenza di teli di plastica che ricoprono il mobilio della casa per evitare di sporcarlo col sangue, non trova alcuna giustificazione logica … costava troppo una sala delle torture da utilizzare per le scene ricche di spargimenti di sangue?
L’over-acting, inoltre, marchia lo stile recitativo e pervade tutto il film. Soluzione ottima per aumentare la tensione, soprattutto nei momenti più drammatici, ma inefficace quando i dialoghi diventano eccessivi e ridondanti. Stessa cosa dicasi per la colonna sonora che molto spesso non sostiene adeguatamente lo scorrere degli eventi divenendo meno di un flebile tappeto anche durante sequenze che avrebbero necessitato di un maggiore sostegno. Da segnalare il cameo di Enrico Silvestrin e Elisabetta Rocchetti.
VOTO: 5.5/10